141 redditizio, il commercio degli schiavi, esercitato su larga scala, e la navigazione di corsa, di cui si ha notizia per tempo. S’intende, il traffico del sale è sempre attivo in questo piccolo mondo così ricco di attività, di risorse economiche, e di iniziative, quale appare alla fine del sec. Vili (1). Il bilancio, che della vita di tale scorcio di tempo si può compilare con il sussidio delle scarse notizie contemporanee, è assai lusinghiero. Esso non registra solo il frutto del lavoro degli ultimi anni e del tramutamento recente di metodi e costumi, ma anche il retaggio di vecchia attività, di quell’attività marinara, che un tempo era concentrata sopra i porti fluviali della laguna, lungo la linea costiera di terraferma, e si era trasferita nelle isole, nè mai era cessata di esistere. Non si può certo istituire un paragone tra le navi, che esercitavano metodici viaggi nell’Adriatico, nel Mediterraneo e nel Tirreno, alla fine del secolo Vili, la flotta che cinquantanni addietro liberava Ravenna, e il patrimonio marinaro delle lagune, segnalato da Cassiodoro o da Narsete due secoli prima. Variarono le proporzioni: ma fra questo e quello esistette manifesta e fattiva continuità di consuetudine e di opere, che tramandò di generazione in generazione una vitale tradizione, temprata ai maggiori ardimenti. Se dunque re Carlo e il suo fedele alleato, il papa, a un certo momento giudicarono utile, anzi necessario, di dover impugnare l’arma delle rappresaglie economiche per colpire e reprimere l’opposizione politica venetica (2), significa che questa attività non era trascurabile, nè di scarsa importanza, e il mezzo prescelto era considerato efficace a raggiungere il fine. L’ attività politica e quella economica venetica avevano raggiunto un livello da competere con le maggiori forze italiche e da far gravare il peso del suo intervento sopra l’equilibrio internazionale. (1) Cfr. in generale Hartmann, Die Wirtschaftlichen Anfänge Venedigs, in « Vierteljahrsschrift für Social und Wirtschaftsgeschichte », a. 1904, p. 494 sgg ; Zur Wirtschaftsgeschichte Italiens im frühen Mittelalter, 1904, p. 123 sg.; Sombart, Der modern Kapitalismus, H ed., Berlin, 1916,1, c. 39 ; Heynen, Zur Entstehung des Kapitalismus in Venedig, Stuttgart 1905; Merores, Die venezianischen Salinen der älteren Zeit, in « Vierteljahsch., f. Soc. und Wirt.», XIII. (2) Cod. carol., n. 86, in M. G. H., Epist., III, 622 sg ; Documenti cit., I, 55 sg.