184 Storia generale Ai Turchi, già abbastanza sopraffatti sul Danubio ecl in Dalmazia, venne addosso in quel torno un nemico nuovo, cioè lo Tsar Pietro di Russia, il quale pose l’assedio ad Azof. Di lui, e della marina onde fu creatore parlerò a suo tempo ; per ora basti che egli si servì contro Azof di migliaia di barche di fiume, delle quali fu generale ed ami-raglio ad un tempo. Le armi di mare dei Veneziani operarono in appresso ben poco. La guerra andava innanzi stracca. I Turchi, sotto la guida da Mezzomorto rinvigorivano ogni giorno. Il Senato veneto, studiata la condizione delle cose al presente ed investigati i casi occorsi all’ armata nell’acque di Scio, decretò si procedesse a carico di Giovanni Antonio Zeno, capitano generale, dei due provveditori suoi consiglieri Pietro Quirini e Carlo Pisani, e di dieci sopracomiti siccome colpevoli dell’abbandono di. Scio. Chiusi in carcere, attesero tre anni il giudicio ; Zeno e Quirini morirono nel frattempo, gli altri vennero assolti. Al governo delle armi collegate fu assunto Alessandro Molino col Contarmi (quello che aveva avvisato in tempo lo Zeno alla prima giornata di Scio, e rimessa valorosamente la seconda), come provveditore. Nel 1697, Contarmi, con 2 squadre, 1’ una di 25 navi e 1’ altra di 20 galere e di (! galeazze, veleggiò verso i Dardanelli. Mezzomorto lo incontrò presso al Tenedo. La giornata fu dubbiosa, ma ormai i Turchi non temevano più i Veneziani, sicché osarono discendere nel Mar Bianco e nuovamente combatterono addì 1° settembre all' altezza di Capo Martello e Mezzomorto vi toccò una ferita. Ebbe luogo un terzo scontro tra Castel Rosso e Zea ; anche questa volta con vantaggio di Mezzomorto. Finalmente nell’ anno 1698, i due avversari combatterono in vista di Metellino con esito dubbio ; quest’ ultima prova d’ armi di poco precedette i negoziati che condussero alla pace di Carlovitz per la quale il reame di Morèa fu veneziano, e veneziane le conquistate piazze in Dalmazia. Cessò Venezia da quel giorno in poi di pagare i tributi al Divano per lo Zante e per Cefalonia da Maometto II imposti; di comune accordo furono distrutte le fortezze della Pre-vesa e di Lepanto.