della Marina Militare.
galeazze e 15 vascelli da 50 a 60 cannoni; aveva però i mezzi di portar questi ultimi fino a “24.
  Gl’intrighi del cardinale Alberoni spaventarono in quel torno l'Imperatore il quale si legò con Venezia e spedi Eugenio di Savoia ad assalire i Turchi sulla frontiera d’Ungheria ; la qual diversione concesse a Venezia di munire Corfu. I Padri chiamarono a servigio il conte di Schul-lemburg, ed ottennero dal cardinale Alberoni promessa di una flotta spagnuola di soccotso.
  Corfu, orgogliosa di 50,000 abitanti, d’una fortezza costruita con molt’ arte e non poca magnificenza e di buoni sorgitori, era la principale fra le isole veneziane. Più di una volta i Turchi l’avevano tentata, mai sempre respinti. La piazza conteneva viveri in copia e sufficiente guarnigione. Venezia avrebbe dovuto circondarla da una crociera di navi come usava praticare negli andati tempi gloriosi. Nel 1716 invece lasciò che il giorno 5 di luglio il canali-che separa Corfù dal continente fosse occupato dalla flotta osmana, la quale noverava 22 vascelli di linea ed un numeroso convoglio, con Dianum-Codgia a capoudan bascià.
  Il Capitano generale, ancorato colle sue galere dentro il porto di Corfù, temendo il blocco, salpò e vogò all’incontro d’una squadra di vascelli e d’un convoglio di schiere che il provveditore Cornaro recavagli a rinforzo. Dianum-Codgia lungi dal perseguitare il nemico, come il caso voleva, prescelse sbarcare l’esercito del seraschiere cui incombeva l’assediare la città dalla banda di terra e che piantò le tende presso le saline di Potamos le (piali giacciono in una sicura insenatura situata a ponente della punta di terra sul cui lembo orientale è edificata Corfù ; contemporaneamente stabilì una stazione, vedetta navale insieme, a Butrinto, terra sulla costa d’Epiro, quasi di fronte all’ isoletta di Vido. Lo sbarco de’ 30,000 uomini e dei 3000 cavalli onde componeasi l’esercito non era ancor compiuto, quando il capoudan bascià, che era disceso sulla riva, udì le salve d’artiglieria colle quali Pisani e Cornaro salutavano, come voleva la costumanza, il tempio di Nosti-a Donna di Cassopo, edificato là dove il canale è più ristretto. Dianum-Codgia risalì subito a bordo e segnalò alla squadra