della Marina Militare. Il comando di questa squadra, assai più moderna nella composizione che la sarda, lo ebbe il contr amiraglio Raffaele De Cosa, eccellente ufficiale, superstite della marina di Gioachino Murat, noto per aver tolto onorevole parte in tutti gli scontri nei quali dessa erasi distinta. I sensi del De Cosa erano di buon italiano e di soldato, leale ; gli ufficiali lo obbedivano e lo veneravano. Le squadre di Genova, di Napoli, di Venezia erano senza dubbio più che sufficienti a distruggere le scarse forze austriache. Or dirò perchè non vi riuscissero. Gli interessi dinastici dei re di Napoli e di quelli di Sardegna collidevano ; nè poteva entrare nella mente di Ferdinando II l’usar l’armi sue per’ aumentar di possanza Carlo Alberto ad un tempo congiunto e rivale. Gli ordini particolari del Re e quelli del Ministero liberale furono dunque sempre improntati ad opposti concetti : mentre il Ministero istigava a combattere, il gabinetto di Sua Maestà raccomandava prudenza. Chè se Ferdinando non si fidava di Carlo Alberto, Carlo Alberto nemmeno si fidava di Ferdinando. Invano le diffidenze nascondonsi sotto il velame delle diuturne cortesie che la squadra sarda e la napoletana scambiansi con quel caloie poetico e quella ingenuità, doti caratteristiche de’ nostri moti del 1848. Pur troppo le squadre tramandano d’assaltare la piccola divisione austriaca cui è dato tempo di rinforzarsi mercè le cure dell’ amiraglio Dahl-rup e di taluni altri ufficiali chiamati all’uopo di Danimarca, di ridurre a navi di guerra taluni vapori del Lloycl prima che le tre squadre dell’Albini, del De Cosa e del Bua congiungansi il 22 maggio e si dispongano a lavorar di concerto. Il Kudriafsky avvisato dell’arrivo di forze a lui cotanto superiori lasciò la crociera che aveva intrapresa e si ridusse a bordeggiare tra le foci di Piave e di Yaglia-mento. L’Albini era rimasto senza vapori perchè aveva lasciato il Tripoli ed il Malfalano in Ancona a rifornirsi di carbone. I collegati salparono dagli Alberoni per incontrare il Kudriafsky. In vista del nemico, al vento sottentrò la calma. Era il caso di fare avanzare le fregate a vapore napoletane e dar 1" esempio a tutte le marine contemporanee di uno scontro vittorioso di navi a vapore libere d ogni