«04 Storia ¡/“ilei-ale una batteria e due torri. In tutte le opere di Porto San Giorgio contamino 12 pezzi in batteria; tutte le fortificazioni aperte alla gola. In tondo al porto vedemmo la strada maestra, che conduce a Porto Comisa e presso la calata un piroscafo del Lloyd che sbarcava materiale d’artiglieria. Ultimato questo lavoro e presa nota del tondo scandagliato e di ogni altra indicazione utile di altimetria, dirigemmo pian piano per Porto Carober, e poi tosto per Porto Comisa, ove avvicinato il villaggio restammo circa mezz’ ora fermi, ma sempre pronti a muovere. La costa, da Porto Carober a Porto Comisa, esplorammo tutta quasi a toccare. A destra, entrando in Porto Comisa, vedemmo una batteria a barbetta di nove cannoni, alta poco meno di quella sovra indicata di San Vito. Vedemmo una casamatta di quattro pezzi, non 'molto alta, alle spalle del paese sulla strada conducente a Porto San Giorgio ; e infine, a sinistra, sulla cresta del monte, vedemmo un’ altra batteria assai alta, che senz’ altro giudicai impossibile di battere dal mare. Girammo ancora l’isola verso levante, cercando inutilmente qualche pescatore e poi dirigemmo verso Vallona lino a che fummo fuori vista dell’ isola, ed allora diressi per raggiungere 1’ armata al punto di riunione stabilito. Raccolte intanto le mie impressioni, mi parve che un-colpo di mano non dovesse riuscire impossibile ; le fortificazioni per la maggior parte, erano bensì molto alte, ma, meno quella a levante di Comisa e quella del Telegrafo, giudicai che, più o menò efficacemente, si potessero battere dal mare. Mi pareva che a Comisa e a Manego specialmente, quando pure le batterie non si potessero far tacere, uno sbarco di poca truppa non dovesse riuscire impossibile, e sebbene la guarnigione dell’ isola facesse, a quanto mi era parso, buona guardia, pure pensando che dal lato del mare avevamo forze esuberanti por cingerla tutta, credetti che un colpo di mano si potesse tentare, quantunque meno facilmente di quello che credeva dapprima, perchè trovai Porto Comisa meglio fortificato di quello che precedentemente mi risultava. Con questi pensieri, feci fare a bordo del Messaggero molte copie del piano abbozzato, e stesi un progetto di piano di attacco. A rendere più evidente la inettezza del Persano pubblico ora un documento rimasto fin qui inedito, il disegno d’attacco di Lissa, preparato esclusivamente dal capo supremo, mentre il D’Amico intendeva a riconoscere Lissa. Quell’ ordine di attacco fu diramato a bordo delle navi verso il mezzodì del 17 luglio. Lo stesso giorno, prima del cader del sole, si vide comparire il Messaggero col D’Amico. Ed al tocco di notte fu distribuito un nuòvo piano di at-