della Marina Militare. 83 tesa lo avesse fatto, il vice ainiraglio De "VVith lo avrebbe con suo gran dolore, impedito. » Ammiri il lettore di quanti elementi all’infuori del militare si compone talvolta una vittoria. Era appena reduce a bordo il parlamentario che i Datavi salparono ed iniziarono sui fidenti Spagnuoli l’opera di distruzione che durò un’ ora. Oquendo ordinò di metter alla vela ; levatasi la nebbia, Andrea De Castro fece falsa rotta ed investì sulla costa con 22 vascelli, Evertzen si diede a percuotere Don Lopo Ossez che sulla nave aniiraglia di Portogallo, la Scinta Teresa, rifiutò d’arrendersi quantunque l’incendio gli divorasse la nave ed egli avesse subita l’amputazione di un braccio. Oquendo e Michele Doorn furono i soli che scamparono al disastro. Cinque incendiarie opportunamente lanciate sulla Santa Teresa la fecero saltare per aria; la capitana di Napoli, investita, colò a fondo; la capitana di G-alizia minacciata dalle incendiarie s’arrese. Morirono 7000 Spagnuoli, 1700 soli caddero prigionieri, 40 vascelli andarono arsi od a fondo. Virilmente combattuta dagli Spagnuoli, la battaglia delle Dune ne distrusse la marina. I Batavi accolsero Tromp con ogni sorta d’onori; nella chiesa si rese grazia a Dio il 9 del novembre ed all’Aja fu acceso un fuoco d’artificio che costò 80 mila fiorini, somma enorme ! Meno rumorosa, ma altrettanto gloriosa fu la campagna del 1(340 in Catalogna condotta con galere e vascelli dal Sourdis, che delle prime si serviva per rimorchiare ì secondi. La morte del cardinale llichelieu, sopraggiunta nel 1642 fu una sventura per la marina di Francia, ma il Mazzarino che continuatore di lui, protesse l’armata, strinse lega colla Svezia dove comprò numerose navi e continuò la campagna contro gli Spagnuoli aumentando ancora le forze in Mediterraneo. Sotto la sua guida le forze navali francesi estesero il loro raggio d’ azione fino a Napoli ed alla Sicilia e nel 1647 aiutarono le mosse del duca di Guisa in Napoli durante i torbidi promossivi da Gennaro Annese; e nel 1648 (governati dal principe Tomaso di Savoia) assalirono il vice-reame e lo Stato de’presidi maremmani per