282 Storici generate perduta la speranza di catturare il galeone e lo incontra difatti il 9 giugno del 1743. Quel galeone era uno dei piccoli. Aveva 550 uomini d’ equipaggio e solamente 1,558,000 scudi in argento e molta cocciniglia. Anson, malgrado non disponesse che di 240 uomini, non pose tempo in mezzo e lo assalì. Il galeone si difese mirabilmente: ebbe 67 uomini morti ed 84 feriti. Suona maraviglioso, pure il Céri-turion non ebbe in tutto a lamentare che due feriti ! Gli Spagnuoli, avevano avuto sentore dell’armamento di Anson, e posta all’ ordine una bella divisione equipaggiata di 2700 uomini capitanata da Don Giuseppe Pizarro. Gli stessi guai che percossero Anson furono incontrati da Pizarro. Però questi non riuscì mai ad incontrare il nemico. A Buenos Ayres riparò grosse avarie; uscitone, gli andarono in costa 2 vascelli. In breve Don Giuseppe Pizarro tornò in Spagna nel 1746 dopo un’ odissea eli calamità, accompagnato da soli cento uomini e sopra l’unica nave rimastagli delle sei affidategli. Sotto la scorta di documenti sincroni mi provo ora a ricostruire la fisionomia marittima di quel tempo ed in quei mari; mi giovo della relazione di Walter il quale ebbe per le mani il carteggio di Pizarro e elei viceré che Anson intercettò; ne ricavo la narrazione delle vicende dolorosissime della squadra spagnuola. Componevasi dell’ A sia di sessantasei cannoni e 700 uomini, nave amiraglia; del Guipuzcoa da settanta quattro e 700 uomini, deiV Hermiona da cinqnantaquattro e 500 uomini, AeìV Esperanza. da cinquanta a 450 uomini, djel 'Sàn Estevan da quaranta e 300 uomini e di una patacca di 20 pezzi. Oltre i marinari un lercio di vecchia fanteria era imbarcato sulla squadra. Abbandonata nel novembre la crociera presso a Madera, l’amiraglio Giuseppe Pizarro giunse il 5 gennaio a Maldonado e di là sollecitò da Buenos-Ayres un invio di viveri, perchè ormai n’ era a corto avendone imbarcati per soli quattro mesi. Siccome urgeva doppiare il capo Horn ed affrontar nel Pacifico Anson (eli’ egli stimava colà e eh’ era invece a Santa Caterina nel Brasile), Pizarro non attese i viveri, abbandonò siccome inutile la patacca e salpò mettendo prora per mezzogiorno, il 22 del