264 Storia generale spinse. Era provveditore di Morèa Giovanni Dolfìn, cui la Repubblica non mandò un soldato, ma la pi’omozione alla dignità di capitano generale. Ed egli non potendo far altrimenti, si accontentò di buttar guarnigioni nelle piazze principali e di attender dagli eventi consiglio. E noto che nelle diverse vicende veneziane delle guerre col Turco, era a Venezia rimasta l’isola di Tine, che ad ogni apertura di ostilità i Turchi manomettevano; a conquistarla non erano riusciti mai. Il capoudan bascià, secondo l’usanza, veleggiò all’assalto di Tino. Governava la piazza, le cui fortificazioni erano in buonissimo stato, il provveditore Bernardo Balbi, il quale, comunque gli abitanti lo implorassero di non abbandonarli, capitolò dopo cinque soli giorni di trincea aperta. In barba alle stipulazioni, i prigionieri furono passati al filo delle spade ed alcuni, per stato e grado cospicui, imbarcati sull’armata ebbero la testa mozza a Napoli di Romania, sotto gli occhi de’Veneziani dimoranti in città. Egina. Argo e Napoli di Romania furono espugnate dai Turchi nel luglio; Marco Veniero, comandante di Modone, non seppe frenare la vigliaccheria della guarnigione che rifiutò di combattere; Malvasia si arrese senza trarre un colpo di cannone e l’infelice capitano generale non potendo impedire che il capoudan bascià gli pigliasse sotto gli occhi Cerigo, fece saltare i forti di Santa Maura e ricondusse a Corfù una squadra che aveva a malapena scambiato col nemico qualche cannonata. Candia era stata difesa strenuamente per venticinque anni ; la Morèa conquistata non ha guari con fortuna e valore, ora perdevasi in un mese. Ma per i Veneziani il solo nome di Candia era magico davvero, poiché durante la meschina campagna di Giovanni Dolfìn, Luigi Magno, comandante della Suda e Francesco Giustiniani comandante di Spinalunga (le due fortezze di Candia tuttavia veneziane) si difesero valorosamente e non capitolarono che nel novembre del 1715 dopo aver compiuto il loro dovere. Dolfìn fu richiamato e surrogato con Andrea Pisani. Dalle relazioni diplomatiche del tempo rilevo che l’arsenale di Venezia poteva tuttavia armare 22 tra galere e