della Marina Militare. 151 cantili, ma nell’ allontanarsi dall’ isola perdette buona parte della flotta sidle secche dell’ Isole degli Uccelli (islas de los aves) ed abbandonò alla mala ventura i suoi marinari. Colle odierne , costumanze tal misfatto sarebbe punito severissimamente ; ma nel XVII secolo non lo era ; e non si trova traccie che al D’Estrées sia stato mosso rimprovero ; nè che ciò abbia impedito all’amiraglio di doventar a suo tempo maresciallo di Francia. A questo punto mi conviene troncar un istante il filo della narrazione e prima di riprenderlo dir qualcosa d’una riforma nelle artiglierie per via della quale la guerra navale ampliò il proprio campo di azione. Le artiglierie ' in uso a bordo alle navi avevano nella prima metà del XVII secolo lanciato a seconda dei casi proiettile pieno o scaglia. Cornelio de Witt ha vanto del-l’invenzione dei così detti angioli, palle di ferro incatenate, genere di proiettile che mirava in ispecial modo a rovinare sartiami ed alberature, e fu prontamente adottato da tutte le marine. Renau d’Elicagaray, costruttore di navi ed insigne matematico, amicissima di casa Colbert, pensò di stabilire a bordo d’alcune navi speciali i mortai da bombe,. già da qualche tempo adoperati con indubbio vantaggio nell’ assedio e nella difesa delle piazze forti. Propose dunque la costruzione di alcune navi piuttosto piccole, coll’ albero maestro a vele quadre e là mezzanella aiirica a poppa, le quali avessero sul ponte un pagliuolo atto a sopportare la respinta di un mortaio comune. Queste navicelle furono da lui chiamate galiotes à bombes. Tut-tavia, nella marina mercantile chiamansi bombarde certe navicelle quadre dai fianchi ricolmi, ed alberate a guisa di scuna ; questo nome di bombarda è un ricordo dell’invenzione di Renau. Il novissimo naviglio veniva in buon punto, perchè stava in mente a Luigi XIV di tenere in rispètto gli Algerini, la cui insolenza cresceva ogni dì. È anzi probabile che Renau ne studiasse. la costruzione e l’armamento perchè-tenuto al corrente de’ disegni belligeri del sovrano. Michele de Ruyter, maestro di guerra, usava dire : « Algeri ed il suo molo sono inespugnabili dallè flotte moderne ;