1III VITA DI IIII. BARTOLOMMEO (a) felicitato dal cielo di numerofa figlio* lanza , non tanto attefe a Iafciarla ricca , che nobile . Era ridotta all' ultime anguftie la Repubblica Veneziana dall’arme de’Genovefi dopo la prefa di^ Ghioggia . Altra difefa e falvezza non le era rimaffa , che fa virtù de’fuoi cittadini Tutti a gara , chi la perfona , chi le foftanze , efibivano . Morir liberi era affai minor male , che viver fervi : perir con la patria , era qualche confolazione ; fopravviverle , l’eflremo del» la miferia . Dal comune efempio , ma più dalla propria generofità fu eccitato anche l’animo di Banolommeo a fovvenire la patria - Offerfe (è ) la perfona di GIOVANNI, fuo fratello, con altri dieci compagni fopra l’armata -, e per quanto durò la guerra , che terminò con la Sconfìtta e prigionia de* nemici , rinforzò quella di due galee , tutte a fue fpefe , di uomini da fervigio e di baleftrieri ben corredate e fornite . Con la vittoria e con la pace rimeffo in fiore lo flato , fi pensò al premio de’ più benemeriti ; ed egli fu uno de i trenta cittadini che l’anno M. GGG. LXXXI, vennero all’ordine Patricio , con la loro legittima dipendenza , aggregati che ciò avveni/Te nell’ anno M. CCCC. VIIII. in cui vacandone la fede epifcopale per la traslazione di Antonio Conaro a quella di Ceneda, non fi trova preifo V Ughelli, che dal novembre di detto anno fino al maggio dell’ anno feguente altri ne folTe eletto da Gregorio XII. fuorché Tominafo Tommafìni, non folo della fteilà religione che ilVefcovo Partita, ma anche fuo congiunto, pattando ilretta parentela e amicizia fra l’una e l’altra famiglia , come fi ha dalla Cronica fopraddetta : onde mi pare credibile , che il Parata ne faceffe celione a favore del Tommafìni. A quello però tuttavia rimafe il titolo, non folo al tempo del Concilio di Coftais.3 , che durò dal novembre dell’ anno M. CCCC. XIIII. fino al maggio dell’anno M. CCCC. XVIII. ma ancora per quanto durò la fua vita, la quale ter--minò l’anno M. CCCC. LVIIII. nel fopraddetto convento di fanti Giovanni e Paolo , dove fi legge la fua infcrizione fepolcrale, riferita da Giovangiorgio Palfero nel fuo libro degli' Epitafj efiflenti in Venezia, il quale mf. e autografo in foglio è appreflb di me. L’infcriiio* ne polla a car. 50, fi è quella : FRATER. THOMAS. PARVTA VENETVS ORDINIS. PRAEDICATORVM, CREMONAE. OBIIT MCDLIX Notifi, cÉni Palfero non ha letta bene, anzi ha fìranamente sfigurata e ilorpiata l’infcri-zione nella quarta linea, leggendovi CREMONAE in luogo di EP. EMONAE ; col qual nome credono alcuni, che anticamente folle chiamata Citta-nuova nell’ Iftria. Quelli appunto fi è il Vefcovo di Eunomia , così detto dal Sanfovino a car. 122. in luogo di Emonia , dell’ordine de’ frati Domenicani, fepolto nel detto luogo, infieme con fei altri Vefco-vi della medefima religione, ma però di chiefe diverfe. L’errore dei Sanfovino è flato adottato dal Padre Vincenziomaria Fontana nel fuo Theatrum Dominicanum P. I. p. 190. dove dice così : EUNOMIENSIS ( in luogo di EMON1ENSIS ) fedei tpifcopalis in Hiftria, Epi-fcopum habuit P. F. THOMAM PARUTAM , Nobììem Venetum , dottrina & pittate com-merJabilem : foggiungendo un altro errore, che quelli finì di vivere lòtto il pontificato di Gregorio XII. l’anno M. CCCC. Vili, e citandone in prova il Piodio P. II. Jlb. II. e’1 Fer-nandet inter Epifcopos Italiae. Ma a confutare il Fontana, balla aver dimollratopiù fopra, che il Vefcovo Paruta era vivo al tempo del Concilio di Coftanza} e che mori nel M. CCCC. LVIIII. E tanto balli di lui. ( a ) CbfOttiche mss. delle famigl. nob. di Vene\. \b) Offerfe la perfona di GIOVANNI, fuo fratello, ec.) In un mio codice iti fogl. fcrit-to nel XV. fecolo, che è una Cronica Veneziana , all’anno M.CCC. LXXXI. v’ha come fegue : „ £. Bortolamio Paruta offerfe alla Signoria la zurma di doi galie homini 130. per „ galia e balefirieri 40. per galia, e de mandar fuo fratello Zuane cum compagni diefe ,, a tutte fue fpefe fino 3 guerra compiila. „ (<*) N0/1