della Marina Militare. 619 osservatore del dovere. Sperò fino all’ estremo salvar la sua nave' dal fuoco; nè credette opportuno abbandonarla come il Persano gli fe’ comunicare a voce, come il Gogola del Gommàio gli mandò per una lancia, come il Liparacchi dell’ Indipendenza gli ripetè. Sperò fino all’ultimo e nel lavoro suo e dei suoi (lavoro di cervello e di braccia e non punto di rettorica) morì, esempio invero imitabile di uomo che fa tutto il suo dovere. È doloroso che questo atto lo-devolissimo sia stato travisato dalla leggenda in un suicidio collettivo che non ha l’ombra del significato militare. Quante volte si è detto e ripetuto che il Cappellini collo scoppio della Palestro mirasse a danneggiare gli Austriaci ! Or bene la testimonianza di tutti i presenti dice che in quel frangente la flotta austriaca non distava dalla nostra meno di 4 miglia! La fine della Palestro scosse il morale del capo dell’armata, già guasto per via dello scontro accaduto. Uno strenuo capitano avrebbe in quell’ istante segnalato : Macchina, a tutta forza e si percuota il nemico. Il Persano non lo ardì e qui giace il suo imperdonabile errore. Agli occhi dell’isto-rico la giornata di Lissa è stata perduta virtualmente alle due e mezzo. Difatti non tardarono guari due navi corazzate a segnalare avarie nelle macchine, Il Principe Umberto nella sua breve corsa sul nemico si era approssimato al luogo ove il Re d'Italia era stato colpito ; ed il tenente di vascello Gustavo Colonna aveva visto in mare un manipolo di naufraghi che egli tolse per Austriaci. Corse alla bussola, lo rilevò, ed al comandante subito riferì la osservazione. Guglielmo Acton alzò all’albero di mezzana il duplice segnale dei naufraghi e del rilevamento. Ciò accadde sul mezzogiorno e mezzo; eppure sino alle sette di sera niuno dell’ armata aveva posto mente a quei segnali che furono ammainati a notte. Non a disdoro di alcuno dico questo, ma a prova della influenza indotta negli animi dal cattivo esito dello scontro e dallo scoppio della Palestro. Le avarie di macchina segnalate dalle due corazzate e che tosto si ripararono, servirono certamente di specioso pretesto al Persano per disdire quel secondo assalto che un istante mulinò. Ponga ora mente il lettore non sola-