44 Storia generale correnti di emigrazione, l’una per l’impero Indiano, l’altra pel Brasiliano, togliessero annualmente forza e vigore. A rumare il Portogallo contribuì la follia di conquista dell’ultimo re della stirpe di Avisj intendo Don Sebastiano. Cavalleresco, religiosissimo, come tutti i discendenti di Giovanna la folle un po’ tocco nel cervello, Don Sebastiano meditò la conquista del Marocco. Pur troppo il reame di Portogallo avea mutato le anticlie libertà col regime assoluto. Don Sebastiano non trovò dunque ostacoli ai suoi voleri, salpò per l’Africa, trovò la morte e la sconfitta ad Alcazarquivir. Il vecchio cardinale Enrico di Portogallo ereditò il poter del nipote. Ma le ricchezze di Lisbona sollecitavano la cupidigia di Filippo II, il quale, morto il Cardinale, sapendo spargere lusinghe, promesse e denaro, ottenne che il clero portoghese lo chiamasse sovrano. Don Filippo rinforzò quest’ appello coll’ esercito cui il Duca d’Alba capitanò. I pochi fautori dell’indipendenza portoghese morirono di moschetto o di scure e nel 1580 il doppio impero coloniale dell’ìndia e del Brasile fe’ parte dei dominii di Filippo II. I re del Portogallo avevano avuto fin dal principio del XVI secolo una cura speciale di non intervenire nelle faccende degli altri Stati d’Europa. Egli è per questo che le colonie portoghesi, per quanto sollecitassero la cupidigia d’Inglesi e di Olandesi, erano state sempre rispettate. Ma ora che la nazione era morta e che con essa moriva Ca-moehs, il suo glorioso poeta, non vi era alcuna ragione che le colonie portoghesi fossero rispettate dagli abili e furiosi nemici di Filippo II. E non tardò difatti gran tempo che Olanda ed Inghilterra spogliarono la Spagna, disadatta a difenderle, delle magnifiche fattorie innalzate dai prodi amiragli dei sovrani portoghési della stirpe d’Avis. Or dell’ antico Impero al Portogallo rimangono vestigia ultime Madera, Benguela e Mozambico nell’Africa, Goa e Diù nell’Indie e Macao nella Cina. Pure, chi viaggia nel-l’Indostan s’imbatte in auguste rovine; sono le cattedrali innalzate dai conquistadores; e nelle città popolose, veri musei etnografici viventi, spesso s’incontrano certi uomini di mezzo sangue dai cui sguardi traluce un lampo di fiera