della Marina Militare. ministero sardo di marina appo il Governo provvisorio di Venezia un ufficiale distintissimo, il capitano di corvetta marchese Ippolito Spinola. Egli propose al dicastero lina impresa pensata con cervello di capitano, la espugnazione di Lissa. Là, su quell' isola dalmata la Federazione germanica e l’Inghilterra nulla pretesa potevano accampare. Consigliò 1’ acquisto di vapori ; insomma fu nel vero e strategico e tattico; non fu ascoltato. La sordità è malanno, ahimè, de’ ministeri di paesi e tempi immaturi ! Nella squadra sarda si era fatto qualche rimaneggiamento; aumentato il numero dei vapori, mutato qualche comandante. I primi erano saliti a 8, pari in numero ai velieri. Pure, mentre i nostri avevano abbandonato il blocco di Trieste, gli Austriaci ardivano pigliar a man salva i trabaccoli veneti che veleggiavano intorno Trieste. L’accidia dell’Albini e del Bua prestava intanto il fianco al malumore degli equipaggi. L'indisciplina ed il tumulto non sono mai scusabili in senso assoluto; in senso relativo si spiegano, e specialmente riguardando il quadro politico dove gli eventi si svolgono. Nel 1848 era vezzo di chi stava a casa l’accusare di tradimento chi fronteggiava il nemico : il più spiccato valore sul campo di battaglia non valeva a far ricredere gli strateghi da caffè. Questi, con lettere, con giornali, con discorsi sobbillarono inconsciamente le squadre dell’Albini e del Bua ed ingenerarono la diffidenza tra gli ufficiali e gli equipaggi delle navi. Di questa corrente indicherò in breve gli effetti..Gli Austriaci, non scrupolosi e della guerra più pratici, attentavano alla libertà del mare; catturarono difatti il 2 luglio un pielago ricoveratosi nel golfo di Pirano. L’amiraglio Bua se ne richiamò al governo austriaco e non avendo ottenuta la chiesta soddisfazione, il marchese Di Negro col 'IrijtoU, il Sagredo col Croi-iato e 3 barche venete, di cui una capitanata' dal mio or defunto amico Piero Conti di Barbarano, andarono a Pirano per portar via il navicello. Gli Imperiali aprirono il fuoco, il Tripoli salvò le barche, il brigantino ed il pielago; onde molta lode ne venne al Di Negio. Nulla maggiormente chiarisce la inorai debolezza dei conduttori della campagna che questo fatterello. Il Bua in