496 Storia generale dall’ esporsi intempestivamente, ma pur sempre tediato dal probabile arrivo nelle acque del Faro del vascello Monarca che stava allestendosi in Castellamare di Stabia, Garibaldi volle impadronirsene. La cagione che lo induceva a voler catturare il Monarca va ricercata nella squisita oculatezza che contraddistingueva il Dittatore; egli sapeva a qual grado la marina sua, raccogliticcia ed inesperta, fosse suscettiva eli quelle momentanee impressioni cui soggiacciano le milizie volontarie facili al timor panico. Un vascello a due ponti incrociante nel Faro doveva incutere spavento ai marinari delle barche ed anche a quelli dei vaporini di rimorchio che al postutto eran pescatori a malapena dirozzati; avrebbe dato cuore ai capitani del Sala-zar, i quali, convien dirlo, erano fedelissimi alla causa regia e tali rimasero, perchè niuno tra essi accettò servigio sotto la nuova bandiera a cose finite. S’imbarcarono sul Tuckery due compagnie della divisione di Giacomo Medici che chiamar potevasi la divisione di ferro dell’ esercito di Garibaldi, composta coni’ era di agguerrita e robusta gioventù lombarda. Il Piola pigliò il comando del Tuckery e navigò a Castellamare col disegno di giungervi alla mezzanotte, di accostare il fianco del Monarca e di pigliarlo all’ arrembaggio. Re Francesco II lo aveva affidato al capitano di vascello Giovanni Vacca, italiano di sensi ed in cuore non più ligio al sovrano. Comandante in secondo era il barone Guglielmo Acton, quello stesso che ho additato sullo Stromboli allo sbarco di Garibaldi in Marsala; soldato leale e prode. A norma d’informazioni sottilmente ricercate dal Per-sano ed al Piola suo amicissimo spedite, il Monarca stava ormeggiato lungo il molo di levante nel porto di Castellammare di Stabia. Il Vacca doveva trovarsi a bordo. Ma mentre che il Tuckery viaggiava per sorprender nottetempo la grossa agognata preda, un ordine, di cui non mi fu dato rintracciar 1’ origine, mutò il modo d’ ormeggiamento del Monarca che la sera si ritrovò ancorato perpendicolarmente al molo e colle sue catene di poppa assicurate a terra, insomma ormeggiato in quattro, come suol dirsi in termini marinareschi. Ed il Vacca la notte dell’ assalto lungi dal