210 Storia generale rendo elle non conveniva rendergli plausi ed onori, ma chiamarlo piuttosto ad una resa di conti. La conclusione del trattato di pace, l’azienda della guerra, persino il coraggio di Morosini furono messi in dubbio dall’ accusatore ! Il mio lettore domanderà; qual emerito generale veneziano, qual veterano della politica o della guerra fosse colui che accusava l’eroe di Candia ? Era Antonio Corrano, ignoto al campo e sulle navi, notissimo leguleio che, dopo il suo discorso, i suffragi dell’Assemblea nominarono Avogador del Comune. Il nuovo grado gli concedè allora di accusar formalmente Morosini. Non di' rado sul sentiero percorso dai leoni si rintracciano a distanza le orme della iena. E Morosini fu invitato a costituirsi prigioniero. Achmet Co-proli, prima della resa di Candia, come omaggio al valoroso avversario, aveva fatto qualche regalo a Francesco Morosini ; .indi le chiacchiere pettegole e le calunnie di cui il Corrario si valse. Amelot de la Houssaye, nella sua Histoire da Gouvernement de Venise, non che gli storici Oraziani e Foscarini e Yettor Sandi, nella sua Storia civile di Venezia, dicono che il Corrario fu così abile nell’architettare la sua requisitoria, che il popolo giunse a chiedere la testa del capitano generale traditore. In favore di Morosini si alzò l’autorevole voce di Giovanni Sagredo, antico ambasciatore della Serenissima presso molte Corti. Non solamente combattè la proposta, ma assalì di ripicco il Corrario e con tale energia da persuadere parte del Senato. Ciò nullameno i voti furono pari e pari ; e si dovette rinviare la faccenda alla’dimane. Corrario allora lanciò invettive a sua volta contro il Sagredo e formalmente chiese che anche prima del giudizio il Morosini fosse spogliato della dignità di procuratore di San Marco, pretendendo che fosse stato nominato fuori della legalità, perchè la carica all’epoca della nomina non era vacante; e poi perchè si era creduto accordarla ad un generale che stava difendendo Candia, laddove giusto in quel punto quel generale la cedeva. Contro l’usato dei gravi consigli della Serenissima, la seduta fu siffattamente tumultuosa che poco mancò i Padri venissero alle mani. Foscarini, istorico e senatore, prese allora la parola dicendo, che se la promozióne di Mo-