382 L’imperatore, dopo il drammatico convegno, partiva, dimesso, com’era venuto, col seguito di due sole persone e del fedele diacono, precedendo di un giorno i suoi famigliari (1). Partiva però insoddisfatto, e non aveva più scrupolo di violare il segreto rigorosamente osservato. Rese anzi manifesta con ostentata esibizione la sua visita veneziana, quasi lo rimordesse un intimo rancore e desiderasse sfogare il dispetto di subite amarezze (2). Il convegno veneziano, preparato con tanta arte e astuzia, era finito in un insuccesso per la diplomazia imperiale, ma non aveva distolto il sospetto dei connazionali dalla persona del duca. Anch’egli, finalmente, dovette rompere il riserbo e giustificare il proprio operato davanti al popolo, sia pure entro i limiti della convenienza politica (3). Certamente gli intimi colloqui dovevano essersi aggirati intorno a temi di singolare gravità, se agli uomini responsabili si era imposto l’uso di tanta cautela. Il diacono Giovanni, negoziatore dell’incontro, degli scopi e dei risultati di questo non riseppe più di quanto fu ufficialmente comunicato, costretto a supplire con un po’ di fantasia alla mancanza di informazioni sicure sopra gli argomenti dibattuti tra i protagonisti negli incontri notturni. Anche allo storico conviene procedere in base a ipotesi. Non senza grave motivo il potente imperatore aveva umiliato l’orgoglio della sua dignità a piatire dal modesto duca, riluttante, un ritrovo non gradito, e nelle terre di lui. La singolarità del viaggio ; la spontanea offerta da parte sua di privilegi ed esenzioni, non richiesti ; la cortese, ma ferma ripulsa dell’altro ; la freddezza del saluto finale, non ostante il reciproco bacio, e il malumore del congedo, abbozzano il profilo di una domanda, che l’altro interlocutore non poteva, nè potè soddisfare. Quale fosse, si ignora ; solo si può sospettare, l’invito cioè rivolto al piccolo ducato, luminoso di gloria recente, a collaborare nella (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 164. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 164 : mane vero se prestolantibns ridere inopinate exhibuil, et Ravennam cum prelibati Iohanni diaconi nave prope-rans, de Venetia se reverti omnibus prodiit. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 154 : dux itaque omnem Veneticorum populum post triduum in palacio convenire indixit ; cui huiuscemodi geslum pa-tefaciens, non minus fidem imperatoria quam pericia sui senioris eonlaudabat.