512 Sturiti generale Alle 11, ritornato, al mio bordo sulla Maria Adelaide, comandante Acton, segnalai alle due pirofregate Carlo Alberto e 17ttorio Kma-nuelf., comandanti Millelire e Provana, al Monzambano di mettersi alla sinistra della linea come ripetitore di segnali, ed alla Costituzione, che giungeva dalla sua crociera, di assalire la città dalla parte del fanale con tiri a granata. Per tal modo, tutti i legni della regia squadra avevano attaccata o movevano ad attaccare di fronte, dal lato di mare, la piazza di Gaeta che li fulminava con meglio di 400 bocche da fuoco. Assunto il comando generale dei movimenti della squadra, feci governare sulla punta così detta dello Stendardo. Intanto l’attacco alla piazza dalla parte del mare era già cominciato, che la Garibaldi, sino dalle 10 aveva aperto suo fuoco contro le rampe di Monte Orlando ; se non che veduto quel comandante che i suoi colpi riuscivano poco efficaci, attesa l’altezza della batteria nemica, portatosi alquanto più a mezzogiorno prese a cannoneggiare il bastione che sta sotto la polveriera da quella parte, ben giudicando che i proiettili che avrebbero sormontato il ciglio della collina, non solo non sarebbero andati perduti, ma avrebbero potuto riuscire micidiali al nemico, cogliendo alle spalle chi tirava sili nostri. Di fronte a cotal bastione, armato di '24 pezzi di grosso calibro, la Garibaldi, con equipaggio di recente formazione, si tenne immobile per ben 3 ore. Nè diversa fu la condotta tenuta dalle pirocannoniere Confienza e Vinzaglio, le quali fin dalle 9 del mattino erano entrate in azione col battere d’infilata, dalla punta della Trinata, le opere a barbetta che da terra tiravano sulle nostre posizioni d’assedio : ma dopo aver sostenuto ben due ore a non maggior distanza di 200 metri, un fuoco potente fatto contro di loro da terra, quei due bastimenti si trovarono nella dura necessità di ritirarsi dall’attaccò. Difatti, nel momento in cui io giungeva attraverso del molo, la Confienza e il Vinzaglio mi passavano vicino, segnalandomi d’essere inabilitate a continuare il combattimento per causa di forti avarie. Per tal modo, Eccellenza, quasi sul principio dell’azione due legni della squadra trovavansi già nell’impossibilità di più oltre combattere e dovetti permettere che riparassero a Mola. Così la Garibaldi rimaneva sola dal lato esterno, se non si tien conto della Veloce che, a maggior distanza, batteva anche essa le opere a ponente di Gaeta. In questo frattempo la Costituzione s’era trasferita al forte baluardo easamattato del molo, in posizione d’evitare, per quanto possibile, i fuochi incrociati dalle altre batterie. Non appena incominciò a tirare che tutti i cannoni della piazza risposero così prontamente, ed in modo così efficace, che venne ad un tempo colpita da 6 proiettili. Non essendo possibile a quella nave di rimaner più oltre esposta ad un fuoco così micidiale, si portò a battere la punta della Lanterna, cercando di cogliere d’infilata il paese. Si fu in questo punto che il Carlo Alberto, il Vittorio Emanuele e la Maria Adelaide cominciarono pur essi l’attaeco da quella parte.