178 Storia generale neti incrociarono lungo la costa d’Epiro. Girolamo Cornare (il quale merita il soprannome di Dalmato, che il Senato Veneto gli negò, quanto Francesco Morosini meritò quello di Peloponnesiaco), morì di febbre nell’ età ancor fresca di 58 anni; grave perdita per la Serenissima. Fu ufficiale valente, condusse la campagna di Dalmazia con singolare avvedutezza ed in omaggio al vero bisogna dire ch’ebbe a fronte avversari più agguerriti che il Morosini, e mare più tempestoso contro cui lottare. E solenne ingiustizia l’obliare Girolamo Cornaro le cui gesta marittime non sono meno luminose di quelle del suo collega. Ebbe a successore Domenico Mocenigo grave d’anni, noto per -marittima perizia contratta nella guerra di Candia. Sotto il suo comando si fecero cose mediocri. Passò in Morea nella primavera del 1691 ; ma divise un po’ troppo le forze, di maniera che alcune sue navi distaccate caddero in potere degli Algerini. Era suo proposito tentare la Canea. In Candia la Serenissima possedeva ancora la Suda e Spinai unga per i patti della capitolazione stipulata fra Francesco Morosini e Achmet Coproli. Il Mocenigo sbarcò dunque presso la Canea nel .1692 ; ma non riuscite le intese operazioni, dovè imbarcare le sue artiglierie, lasciando a terra molte munizioni. La campagna tirò innanzi desultoriamente, priva di direzione energica ed efficace ed i Padri della repubblica, dopo aver disposto il richiamo di Domenico Mocenigo, cui diedero il governo di Vicenza, elessero a capitano generale per l’anno seguente 1698 il doge Francesco Morosini. Questi fece loro osservare che gli anni e le infermità lo affliggevano; ma che ciò malgrado era pronto a consacrare alla patria gli ultimi suoi giorni. Mentre tirava le linee delle mosse per la conquista di Negrojionte e che a Napoli di Romania aveva fatto massa delle forze, di terra e di mare, colto da mortale infermità al principio dell’ inverno Francesco Morosini rese 1’ anima a Dio essendo entrato da poco nel settantacinquesimo anno. Bramo citare letteralmente quanto dice di lui lo storico contemporaneo Pietro Garzoni, desiderando sia ben lumeggiata questa figura di amiraglio è di generale, figura mediterranea ed italiana, erede della vera tradizione marit-