Anno MCCCLXXXIII. 395 Monaca profeffa, e feco la tenne per alquanti giorni . Fu proce£-fato, e citato d’ordine del Re Carlo; e perche non iì prefentò, ufcì contra di lui la condannagion della teila . Il Papa, che fcu-fava il Nipote per la fua giovanezza, tuttoché egli foffe in età di quarant’ anni, ne fece gran doglianza. Andò perciò in nulla il proceiTo. Butillo fu meffo in poffeffo de gli Stati fuddetti, e il Papa conchiufe ancora il maritaggio di due fue Nipoti con due de’ primi Baroni. Quelle erano le grandi applicazioni del Pontefice. Per conto della guerra, poco fangue fi iharfe in quell’Anno. Ma un’altra peggior guerra fi facea dalla Peite, la quale nel precedente Anno risvegliata in Italia, inferocì nel Friuli, (a) e por-(a) Gasata tò al fepolcro nella fola Venezia circa cinquantafei mila perfone. Provoffi quello terribil flagello nell’Anno prefente in Padova, Ve- Her. Italie. rona, Bologna, Ferrara, Mantova, e nella Romagna. Pafsò a Firenze, Siena, e ad altri Luoghi della Tofcana, Spopolando le Terre ; e ilrage non poca fece anche nel Piemonte, in Genova, e nel Regno di Napoli. Ne patì a dismifura 1’ Armata del Duca d’Angiò. Fra i più riguardevoli gran Signori, che perirono allora, non so fe per la pefle, o per altro malore, fi contò ancora Amedeo VI. Conte di Savoia, che militava in favor d’effo Duca: il che fommafnente conturbò 1’ Angioino , perchè egli era il prin-cipal fuo Campione in quella gara , Principe per molte fue belle doti ed imprefe ilimatiiTimo dapertutto, ed uno de’più illuilri di quella nobiliffima Cafa . (b) Accadde la fua morte nel dì Pri'^^c^ mo, ovvero nel dì fecondo di Marzo, con aver egli prima rico- "TMai fon nofciuto per vero Papa Urbano VI. Ebbe per iùcceiTore Amedeo Savoye. VII. fuo Figliuolo; c il corpo fuo fu portato in Savoia. Gli tennero dietro le foldatefche fue. Per tali disavventure reilò il Duca d’Angiò imunto di forze ; quel fuo fioritiffimo efercito era calato di troppo . Spedì dunque fuoi meffi a Carlo VI. Re di Francia fuo Nipote , pregandolo iftantemente d’ aiuto, e in vano non furono le fue preghiere. (c) Avendo la Pelle ridotta amai ter-^ Chromc. mine la Città di Ravenna , Galeotto Malate/la , Signor di Rimi- Tom. XV. ni, Cefena, ed altre Città, valendoli del preteilo, che Guido da Rer-Italic" Polenta aveiTe affiilito il Duca d’ A ngiò contra di Urbano Papa, fi n^orTiL--avvisò di far buona caccia. Non ebbe già Ravenna, alla cui di-v