iji Annali d* Italia: alle ilrette , efibì quella Città al Visconte, che v’ entrò , e in ri-compenfa gli lafció per fuo patrimonio Bellinzona con altri patti. Siccome fu detto di fopra all’ Anno 1328. iìgnoreggiava in Lodi un uomo vile, già di profeffione mugnaio, cioè Pietro Tremacol-do, colla ilrage de’Veilarini fe n era fatto padrone. I Cittadini , che gli portavano odio immenfo per le fue paffate e prefen-ti crudeltà, fegretamente invitarono Azzo Visconte a liberarli da quel Tiranno. Marciò egli a quella volta nel dì ultimo del Mefe d’Agoilo -, da effi Cittadini gli fu data una porta , e dipoi con gau- (a) Gualvan. ¿io grande la fignoria della Città. Galvano Fiamma (a) fcrive , Man"'Fior. che con aiTedio e per forza l’ebbe. Il Tremacoldo fu condotto pri-cap.. 373. gione a Milano . Ognun iì credeva , che di mala morte farebbe Gea^A^ Per^to > ma ^ Visconte non avendo mai dimenticato un fervigio Gasata chr. da lui fatto a Galeazzo fuo Padre, gli diede la libertà, con ob-To^j&iii di non ufcire mai più di Milano . Azzo riduffe in Lodi Rer. Italie'. ^ Vefcovo , e tutti gli altri ufeiti, che erano circa tre mila, e quivi fabbricò poi un forte Gattello, fìccome ancora fece nella Città di Como . Minacciò pofeia effo Visconte l’affedio alla no-bil Terra di Crema: e quefto ballò , perchè quel popolo nel dì 18. di Ottobre gli mandaffe le chiavi. Nella ileffa maniera fe gli renderono le Cartella di Caravaggio , e Cantù, e il Borgo di Romano : ne’ quali Luoghi ancora fece fabbricar delle fortezze . Sottopofe poi alla Città di Milano l’Ifola di Lecco, che per quarantanni era ilata rubella a’Milaneiì, e fopra il fiume Adda fece piantare un Ponte di pietre tagliate . Di quello paf-fo camminava la fortuna e l’induilria d’Azzo Visconte, Principe per le fue raro Virtù fopra gli altri commendato in quelli tempi, la cui Madre , cioè Beatrice Eftenfe, Donna per fen-no, faviezza ed altre rare doti amatiffima da tutti, finì fua vita nel dì primo di Settembre, e fu con mirabil onore feppelli-to in una nobiMìma Cappella nella Chiefa de’ Minori di Milano , fenza che iì verificaile ciò che volle predire di lei Dante nel fuo Poema. Lafciò ella al Figliuolo un valfente di più di quarantamila Fiorini d’oro fenza gli altri prezioii arredi . Re-flava folamente dianzi a gli occhi di Azzo Visconte la Città di Piacenza, che era tuttavia occupata dal preiìdio Pontificio. (b) Chronìc. ( b ) Non volle egli a dirittura tentarne l’acquiilo, ma diede nTxri braccio a Francefco Scotto , figliuolo del fu Alberto Signore di rT.'Italie, quella Città, per farne ufcire quella guarnigione. Pertanto nel dì zj. di Luglio divampò la congiura, e alzato rumore iì ven-