Anno M'CGCXVII.
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io	colla fu a Famiglia a Verona. In Parma (<?) nel Me fe di Set-(a) GAn.-M rembre Manno dalla Branca di Gubbio, Podettà di quella Città, xv uomo dabbene, trattò di pace fra que’Cittadini, e Giberto da Rtr. itahi Correggio fuorufcito, che infettava molto la Patria. Ne feguì la concordia. Giberto riebbe i fuoi beni, e fu rimetto in Città, con prometta di menar vita privata. Parimente nel Mele d’Aprile i fuorufciti Guelfi di Piacenza (è) confegnarono le lor Cartella a Chror.it Galea^o Visconte Signore di quella Città, e riebbero i lor beni Tom. xh• coi ritorno alla Patria. Il folo Alberto Scotto fu mandato a i con-fini a Crema, dove nel dì 23. di Gennaio dell’Anno feguente diede fine a i fuoi giorni, lafciando dopo di sè la brutta memoria di molte frodi, e ai gravi danni recati alla Patria fua. Quefto me-defimo fpirito di concordia fi ftefe a Modena (c), dove nel dì 3. d’Agofto per cura di Federigo dalla Scala Podeftà furono reinte- Muunènf. grati nel poiTeifo de i lor beni Francefco dalla Mirandola, i Pii, i Gorzani, e gli altri ufciti, e tutti verniero alla Patria, ricevu- jl'hannls ti con amore da gli altri Cittadini nel dì 2. d’Agcfto. Fece offe* in que il’ Anno nel Mefe di Maggio Cane dalla Scala contra de’ x^xf Brei ciani in favore de’fuorufciti Ghibellini ; prefe CaiHglione e Rer. Italie. Montechiaro , e recò loro de gli altri danni (d) . Mentre egli fi (d) Chronic. tratteneva in quelle parti, aifediando Lunato, i Padovani (e), To™™^ giacché fe la videro bella, fingendo, che quefta fotte rifoluzion Rer. Italie. eli particolari, e non del Comune, corfero a valerli del tempo Enf,lrfeni,^{1 propizio, per ricuperare la perduta Città di Vicenza. Aveanofuprl!“ 1 etti menato un trattato con certi Vicentini, e ricevutine anche (e) Chronic. gli ortaggi per quefto. Mail trattato era doppio, e di tutto ve- rimirili. niva di mano in mano informato lo Scaligero. Ferreto Vicenti- Rer. Italie, no (/’) pretende, che Cane ne averte l’avvilo da i Carrarefi chwnif^' fletti Padovani. Ora nella notte del dì 22. vegnente del Mefe & ain.' fuddetto i Padovani colle genti comandate da Vinciguerra Con- CO P*rretus te di S. Bonifazio , giunfero fotto Vicenza ; e trovate le Porte chiufe, fi applicarono a dare la fcalata a quella Città, e molti Re?. Italie. ancora v’entrarono. Avvifato da i traditori, o pur da i Carrarefi, Cane, eccolo comparire con Uguccione, e con que’pochi, che per la fua gran fretta poterono ieguitarlo. Fece egli torto aprire una Porta, e i Padovani credendola aperta per introdur-
li,	fi videro all’improwifo piombare addotto l’adirato Cane.
Parvero pecore all’arrivo del Lupo. Tutti allora a gambe; molti d’etti furono uccifi, molti prefi , fra quali lo fletto Conte di S. Bonifazio Capitano, che morì fra pochi giorni per le ferite
                                                                    rice-