Anno MCCCIX. 45 quetla Città. Prefero anche il Ponte de’ Piacentini fui Po ; ma ufcito Alberto co’fuoi, così virilmente aifalì i nemici, che li ruppe colla morte di circa fecento d’efli. Peggio nondimeno avvenne allo iterto Guido Torriano per altro fatto, che fervi di principio alla total fua rovina. Nel primo dì di Ottobre egli fece prendere Gajìon dalla Torre o fia Cartone, Arcivefcovo di Milano, parente fuo, e il mandò nella Rocca d’Anghiera con altri fuoi tre Fratelli, figliuoli del fu Mofca, pretendendo, che averterò formata una congiura contra di lui, per torgli non fo-lamente lo Stato, ma anche la vita . Fu egli fcomunicato per quefta violenza dal Cardinale di Pelagrua Legato, dimorante allora in Bologna, e fottoporta la Città all’Interdetto. Venne apporta a Milano Pagano dalla Torre Yefcovo di Padova, per rimediare a così fcandalofa i'ciflura fra i fuoi conforti. Vi con-corfero ancora Filippone da Langufco Signor di Pavia, Antonio da Fijjiraga Signor di Lodi, Guglielmo Brufato Signor di Novara, Simone da Colobiano Signor di Crema, con gli Ambafcia-tori di Bergamo e di Como. Coftoro in un gran Parlamento tenuto nel dì 28. d’Ottobre nella Metropolitana di Milano con-chiufero un accordo, per cui Gaftone Arcivefcovo ed altri Tor-riani riebbero la libertà, ma con obbligo di andare ai confini; e quefti poi fi riduflero a Padova. L’ Arcivefcovo non ebbe più buon cuore per Guido , e follecitò la venuta di Arrigo VII. in Italia: il che se forte utile a Guido, lo fcorgeremo fra poco. Nel dì 16. di Settembre i Parmigiani rinforzati da gran quantità di cavalleria e fanteria di Verona , Mantova, Breicia, Modena, e Reggio, fecero orte a Borgo S. Donnino (a), dove s’(aì Chronh erano fortificati i Roffi, Lupi, ed altri ufciti della loro Città,^feXy e vi fletterò fotto ben tre Mefi con de i trabucchi, che incef- Rer, haii'c. fantemente gittavano pietre, e con una forte circonvallazione intorno alla Terra. Mandò Guido dalla Torre fecento uomini d’armi e trecento fanti a Cremona con ordine di foccorrere gli affediati; ma quefta gente non osò mai d’inoltrarfi, perchè i Parmigiani gli afpettavano a piè fermo, per dar loro battaglia. S’interpofe dipoi il Vefcovo di Parma per l’accordo, e fu fatto compromeflo con ortaggi in Guglielmino da Canofla, e Matteo da Fogliano, Nobili Reggiani, che fecero ceffar quell’ arte dio ; ed eletti amendue Podeftà di Parma, proferirono fui principio dell’Anno feguente il loro Laudo, al quale niuna delle parti volle ubbidire. Nel dì 28. di Maggio dell’Anno prefen-