, .., . xu » per 12. anni. Tutto chiaramente lo lafciò icritto Matteo Villani feguito » dal Sig. Muratori nella circoftanza loia del danaro pattuito per ren-» dere odiofa la convenzione, e intorbidar la Signoria di Bologna. Dice »dunque il Villani, che Fan. 13 5 2. Dominica mattina a’dì 5. Maggio » ( era nel giorno ) il Papa rinveltì gli Ambafciatori a nome dell’ Arcivef-» covo, e de’fuoi fuccejfori della Signoria di Milano, e della Signoria di » Bologna per tempo e termine di dodici anni projjimi avvenire, con proto mijjione che ogni anno ne darebbe di cenfo fiorini dodici mila d’ oro alla » Camera del Papa , e compiuto il detto termine, la renderebbe libera a S. » Chiefa. E allora reflituirono contanti per nome di detto Arcivefcovo fio-» rini centomila d’ oro alla Camera del Papa per la re flit unione delle fpefe, » che la Chiefa vi fece, quando vi tenne l' ofie il Conite di Romagna . Da Di-» ploma Pontificio preffo il Rinaldi ( 1352. n. j. & fe^j. ) apprendiamo » di più, che nel detto Conciftoro F Ambalciator dell’Arcivefcovo chie-» fe perdono a nome di elfo, e de’ tre Nipoti Matteo, Bernabò, e Ga-» leazzo del reato commeifo in occupar Bologna, e aifediare Imola, e » ciò colle ginocchia in terra. A quella umiliazione; al cenfo annuo di »dodicimila fiorini, cioè quattromila più di quello del Pepoli; a cento » mila fiorini pagati in contanti per rifar le lpefe della guerra al Ponte-» fice ingiultamente provocato coll’ invafione delle di lui Città, dovea » per avventura riflettere il Sig. Muratori per darne idea giufta della de-» liberazion Pontificia. Così non avrebbe finiftramente lpiegati i cento-» mila fiorini, come interpretò in fumi caufa gli altrettanti sborfati da’ » Veneziani Fan. 1 309. Che Dur troppo i più fon propenfi, anche fenza » interprete, a così credere delle più fante deliberazioni della S. Sede, » perchè guidati da palli Mie, o da ignoranza. Vero è, che quella inve-» llitura fu refa nulla dallo ileifo Arcivefcovo, e i di lui nipoti non eb-» bero altro carattere in ordine alla Città di Bologna, che di ufurpatori, » checché ne dica il noftro Annalilta, che nelle di lei vicende mollra » di eiferfi fmarrito. Ne informeremo meglio noi il lettore , richiamando » alla di lui memoria alcune cofe precedenti, ed altre, che feguirono. » L’ Arcivefcovo di Milano , del qual fi parla, era quel-Giovanni fra-» tello di Galeazzo Visconte, che fi diife creato Cardinale in Pifa dal1 » Antipapa del Bavarol’ anno 1 329. Quelli deporta la dignità , e ricon-» ciliato col Papa divenne Vefcovo di Novara, della qual Città occupò » la Signoria Fanno 1332. Dieci anni dopo morto Aicardo feppe farfi » dichiarare Arcivefcovo di Milano, e morto Fanno 1 349. il fuo fratel-» lo Luchino ( avvelenato dalla moglie, che feppe eifergli conte le fue » trefche del viaggio Veneto ) divenne Signor temporale di elfa Città, e » delle altre , che dipendevano dal fratello. Seguita poi la narrata inva-» fion di Bologna per via dell’ ingiuilo traffico fattone co’due Pepol1 ri- » belli,