171 Annali d’ Italia detta i Genovefi , che parea loro d’effere affatto perduti. Tutto era lamenti e pianto ; trovavaniì anche in gran penuria di viveri, lenza poterne ricevere per mare, perchè i nemici ne erano padroni. Nè per terra ne poteano fperare, perchè Giovanni Visconte Arcivefcovo di Milano, che già avea l’occhio a profittar delle loro disgrazie, non ne laiciava paffare. Crebbe dunque la confufione in Genova , e le fazioni de’Guelfi e Ghibellini rifvegliate l’accrebbero a dismifura» Venne finalmente quel popolo con iffupore d’ ognuno alla rifoluzion di darfi al me-defimo Giovanni Visconte. Pietro Azario , non so come, fcrive (a) Petrus ( a ) , che Simonino Boccanegra allora Doge ne fece il trattato, Chr' per ricavarne anche del vantaggio in fuo prò, quando il Boc-Tom. xii. canegra tanto prima era flato depofto , ed in que’ tempi Giovan-Rer. itahc. n¡ ¿L ya[ente portava quefto titolo . Adunque nel dì 1 o. di Ottobre I’ Arcivefcovo fece prendere il poffeffo di Genova con fet-recento cavalieri, e mille e cinquecento fanti, diede loro per Governatore Guglielmo Marchefe Pallavicino di Caffano ; ampie provvifioni di grano v’inviò, e infierne di danaro: ficchè rifiorì quivi la pace, ogni difeordia cefsò , e il coraggio tornò in cuore a quell’ardito popolo. Lodanfi gli Storici Genovefi del governo del Visconte, perchè li trattò con amore -, fece fabbricar 1’ Orologio del Pubblico , finquì cofa nuova fra loro ; e slargare le flrade da Genova a Nizza con grande utilità della mercatura} e rimife in credito l’armi e la potenza de’ Genovefi, ficcome diremo all’ Anno feguente . Fra Moríale, Cavaliere di Rodi, e non già del Tempio, che fu cacciato da Averfa, s’ era acconcio col Prefetto di Vico , e con effo lui avea inutilmente affediato Todi. Perchè non correano le paghe, coftui, ficcome uomo avvezzo alle prede, ff accolli da lui, e cominciò a formare una di quelle Compagnie di foìdati ladroni e masnadieri, che abbiam di fopra veduto ; nè quella fu già la prima, come llimò Matteo Villani. Fatto correr voce per l’Italia , che darebbe foldo a tutti, mife infierne da mille e cinquecento barbute , e più di due mila fanti, e cominciò le fue imprefe dal vendicarli di Malate/la Signor di Rimini, che gli avea fatto sì brutto giuoco in Averfa . Era Malatefla all’ a£ iedio di Fermo, ed avea ridotta quali all’eftremo quella Città, quando Fra Moríale ad illanza di Gentile da Mogliano, Signore o Tiranno di quella Terra , coftrinfe Malatefla a ritirarli. Cre-ici-uto poi di gente fi diede a faccheggiar le Terre della Marca ,