Anno MCCCLXXIX. ranta nuove Galee, con promettere la Nobiltà a chi maggiormente impiegale uomini e danari in foccorfo del Pubblico, mi-rabil cofa fu il vedere la gara de’ beneftanti, che andavano ad offerir fe fletti, i lor Figliuoli, o pur fomme rilevanti di danaro: di modo che in breve tempo fu meifa in piedi una fiorita Armata di legni e di gente, tutta pronta a dare il fuo fangue in aiuto della Patria. Leggefi nelle Storie del Chinazzi, e de’ Gatari il ruolo di coloro, che generofamente contribuirono ad armare la fuddetta Flotta. Capitan Generale d’efla volle effere lo fletto Doge Andrea Contareno -, Ammiraglio ne fu dichiarato Vittore Pifani. Intanto avendo Lodovico Re d’Ungheria inviati a Francesco da Carrara dieci mila de’ fuoi combattenti (a) , (a) Giornal. fotto il comando di Carlo Figliuolo del già Duca di Duralo, j^xxi ipedì eifo Carrarefe Francesco Novello fuo Figliuolo coll’ altre Rer. Italie. iue forze all’aiTedio di Trivigi, lafciando con fuo rammarico, che i Genovefi a lor talento fi regolaffero nella guerra. Trivigi fece bella difefa, e delufe tutti gli attentati de’nemici. Moltiffimi fatti d’armi, parte favorevoli, parte contrarj, accaddero di poi fra i Veneziani e Genovefi, ch’io tralafcio, ri-llrignendomi a dire, che accidentalmente attaccato il fuoco ad una Cocca all’imboccatura del Porto di Chioza, quella fi affondò, e chiufe la bocca d’effo Porto con ferrare nello lleffo tempo in quella Città i Genovefi. Fecero ben quelli delle incredibili prodezze; ma minori non furono quelle de’Veneziani, i quali finalmente mifero il formale attedio alla Città di Chioza. Prima di quelli tempi, cioè nel Giugno di quell’Anno, era flato fpedito Carlo Zeno valente Capitano da i Veneziani in corfo per infettare i Genovefi con nove Galee . Diede egli il facco alla Riviera di Genova ; fece di ricchiflxme prede ; e fo-pra tutto nel dì 17. d’Ottobre, prefe una Cocca de’Genovefi, appellata la Bichignona, la maggiore e più ricca, che allora folcaffe il Mare, in cui trovò merci di valore immenfo, attendente, per quanto fu detto, a più di cinquecento mila Fiorini d’oro. Ma avvifato finalmente il Zeno de’bifogni della Patria, lafciò il gullofo mettiere di Corfaro, e fe ne tornò a Venezia, conducendo feco quattordici Galee, perchè in viaggio s’era ac-crefciuto il fuo duolo. Con gran giubilo de’fuoi Concittadini arrivò nel dì primo di Gennaio, e ritrovò che feguitava 1’ attedio di Chioza non fenza grande mortalità dall’una e dall’altra par-