Vili » to dal coraggio, e dal zelo, usò troppo rigore con chi non ebbe mi-» Ture nell’irritarlo. In fatti Benedetto così el'altato dal noftro Annalifta »(e con gran ragione ) ne’principj del Pontificato, appena potè ab-» bandonar Roma, lo fece, e fi rifugiò in Perugia, ove terminò in bre-»* ve la fua vita. La Storia ne incolpa le.Fazioni, che tenevan divife »le famiglie Romane potenti, e lo fteffo Sacro collegio: e ne fom-» miniftra fucceffo il più pregiudiziale di quanti ne avelie mai Roma, » e Italia, tutta ; e fu la efaltazione al Pontificato dell’ Arcivefcovo di » Bordeaux, il quale chiamati in Provenza i Cardinali, e riempiendo » a fuo tempo di Franzefi il Sacro Collegio, diè principio e fonda-» mento all’accennata permanenza di 70. anni. Dopo alcuni anni fif-» sò la Sede in Avignone , Città comprata poi 1’ an. 1348. da Cle-» mente VI., di cui parleremo con più agio nell’altro Articolo. Orì-» de, così permettendolo Iddio, reitò in un totale fconvolgimiento 1’ » Italia, e io Stato della Chiefa. » Si aggiunfe per colmo a un danno per fe fteiTo graviilimo, che wi Ghibellini di Lombardia, e di altre Provincie d’Italia, benché non »> amaiTero altro Principe., che la propria libertà, e i più potenti tra » loro fi fofler vendicata la Signorìa, chi di poche, e chi di molte Cit-»tà, con farfi perpetuamente guerra tra loro; contuttociò fimulando ¡»parzialità coll’imperio odiavano in apparenza i Guelfi, ma in foftan-» za il Pontefice, ed erano tai novelli Principi, o Capi Ghibellini in-» dubitati Eretici. Odiafi Giovanni XXII. da uno di efìì, che fu Mat-teo Vifconte Signor di Milano &c. preiTo il Rinaldi ( 1322. n. 6. 7. ). » Dice che tra le altre cofe impediva a’Vefcovi fitbditos corriere, illis » propone re verbum Dei, & Sacramenta Ecciejiajìica adminifìrare, aliaque » agert, q'uce ipjls ex officii debito pajloralis ìncumbunt, che fprezzava le » cenfure contra tales a Canone latas, che frafiornava l’imprefa di Terra » Santa &c. Si comprenderà anche meglio dalla fentenza d’Aicardo »Arcivefcovo di Milano, e de gl’Inquifitori contro ’lrrtedefimo: Prce-» f'atus infuper Matthccus tot & tantis nejandis fceleribus & excefflbus hor-» ridis involutus exorbitans a fidei Catholicce ventate, veruni lume# non vi-» dtns, de Sacramentis male fentiens, ac clavium & Ecclejìtz potejfate, ip-» fascjue contemptibiliter vilipendens diutius fujìinuit plures excommunicatio• » num jententìas latas in ipfum tam ab ho mi ne, quam a jurev che violò » F interdetto Ecclefiaftico, a cui fu fottopofto Milano per caufa fua, » maritò la fua figlia Zaccherina ad an altro, vivente il marito, e fimi-» li. Che farebbe lungo il riferir tutta la fentenza; conforme farebbe » ufcir dal noftro iftituto l’addur le caufe, per cui furono fcomunicati » gli altri capi Ghibellini, interdette le Città, e comminate altre pene » fpiri-