3 So Annali d’ Italia. parte. Anch’egli fatto condottiere dell’Armata s’applicò ad obbligar quella Città alla refa. Per dar qualche aiuto a’Veneziani fuoi Collegati, Bernabò (0 Georgius Visconte in quert’Anno condufle al fuo foldo (a) la Compagnia e«»/'?!' Stella, comporta di masnadieri. Capo di erti era A ¡torre 17. Rcr. imi. de' Manfredi Signor di Faenza, che indarno avea tentato di penetrar nel Moaenefe e Bolognefe. Spinfe il Visconte cortoro all’ improvvifo nel dì 2. di Luglio addorto a i Genoveiì. Si fermarono erti a S. Pier d’Arena in numero di circa quattro mila armati , buona parte cavalleria, e fecero un netto del paefe. Perchè in Genova fi dubitava di difcordia, e di cattive intelligenze, Niccolò di Guarco Doge, col Tuo Configho, giudicò meglio di adoperare l’eforcismo dell’oro per diffipare il mal tempo. Con diecianove mila Fiorini d’oro gl’indufle ad andarfene con Dio. Andarono, ma che ? Siccome gente di niuna fede, nel dì 22. di Settembre eccoli comparir di nuovo nella Villa d’ Albaro preflò alla Città. Allora i Genoveiì irritati da quello tradimento, prefero le baleftre, e l’altre armi, e nel dì 24. ufciti della Città fui far del giorno coraggiofamente gli attediarono, li ruppero, e ne fecero prigionieri affamimi, con prendere tre bandiere di Venezia e Milano. Aftorre Manfredi fatto prigione con aver promeffa buona fomma di danaro a due Ge-novefi, in abito da contadino ebbe la fortuna di falvariì. Fu intraprefo in queft’Anno, iìccome ditti, l’attedio di Trivigi da &) Gatari, Francefco da Carrara Signor di Padova (b), e colà arrivò Carlo , Tom.‘eoi' iòpranominato dalla Pace, Figliuolo del fu Duca di Duralo della profapia di Carlo 11. E e di Napoli, che feco per ordine del Re d’Ungheria conduffe dieci mila cavalli. Nella Croni-(C) Chronìc. ca Eftenfe (c) non fi parla fe non di ottocento cavalli. Da Ve-IKaìì/' ^ezia furono ipediti Ambafciatori per trattar di Pace. Nulla fi conchiufe di quertoj ciò non ortante fi lafciò egli corrompere dalla fete del danaro, e permife che i Veneziani introduceflero quanta vettovaglia lor piacque in quella Città, e in varie Cartella: il che fu cagione, che i Padovani trovandoti traditi da chi men lo dovea, fciogliettero l’attedio di Trivigi. Intanto Papa Urbano VI. maneggiava un fegreto trattato per condurre etto Principe Carlo alla conquilta del Regno di Napoli : imprefa molto defiderata da Lodovico Re d’Ungheria, il cui odio contro la Regina Giovanna non mai s’era rallentato. Per difpor meglio le co-