XXXII » indi a tre anni, lufingando i buoni Bologneii, che non avea quella fab-» b/ica da fervire per lui, ma bensì al Papa, che era rifoluto di venire in » Italia, e di mettere la rejiden^a in quella Città, co fa che produrrebbe inef-» plicabil vantaggio a i. Cittadini, e farebbe correre fiumi 3’ oro, e d’ argento » le loro fìrade, così l’an. 1330. La faccenda andò a finire, che Fan. » 1333-, dopo la feonfitta avuta a Ferrara, dovette il Card. Legato ri-» fùgiarfi in quel forte Cartello, e gli fervi per tirare i Bologneii, che s’ » erano ribellati, ad accordargli buone condizioni, cioè d’andarlene li-» bero con fua gente, e bagaglio, come fece 1’ anno Ìeguente : fonato »da' Fiorentini alla volta di Firenze ; ma accompagnato ancora dalle fj-» chiate, e villanie fonore della plebe Bolognefe. Dopo partito il Legato i » Bologneii efpugnarono il Cartello, e non vi lafciaron pietra fopra pie-» tra. Morto intanto Giovanni XXII., e fucceduto Benedetto XII., que-» iti l’an. 1 340. dichiarò Vicario di quella Città per la S. Sede Matteo » de’ Pepoli, con imporgli tributo annuo d’ottomila fiorini d’oro a titolo » di cenfo. Così terminò la disgrazia, in cui era venuta per l’efpuliìone » del Legato, e terminarono anche i partiti, in cui dal 1337. era divi-» fa, fortenendo l’uno il predetto Matteo de’Pepoli; e l’altro Branda-» ligi de’Gozzadini. Morto poi Taddeo Fan. 1347. dice il Sig. Murari tori , che concordemente da quel Popolo fu data la Signoria della Città » a Giovanni , e Giacopo figliuoli di ejfo Taddeo. Se ciò iia vero, e in » che fenfo vadano interpretate quefte Signorie di nova leva nello Stato » Ecclefiartico, lo vedremo or’ ora, appartenendo il tutto all’altra metà » del Volume; di cui appena additammo alcuna cofa intorno a Ferra-» ra. Cominciamo dunque dall’an. 1 346., in cui fu creato Re de’ Romani » quel Principe Carlo, che calò in Italia col fuo genitore Giovanni Re » eli Boemia per ridurre a dovere la Lombardia, e ne partì ne’ maggio-» ri fconvolgimenti di eifa. » Tra per l’involontà di curar l’Italia iniìnuata dall’ efempio di Ridol-» fo ne’ Re di Germania, e per 1" illegittima elezion de’ Re de’ Romani, ** prima che forte eletto Carlo IV., a riièrva di que’ 1 2. anni che accen-» nammo ; niun Imperadore, o Re de’ Romani ebbe diritto in erta Italia. » I foli Romani Pontefici tentarono, benché inutilmente, di confervare » ciò, che era di ragion dell’ Imperio . Perciò vediamo, aver erti crea-» to alcun Principe Vicario dell’imperio in Italia, e più anticamente a-» ver mandato in Tofcana chi in qualità di Paciere componerte quella »parte di erta, che al medeiìmo Imperio fi apparteneva: In ea Etm-» rice parte, qua Imperio obnoxia e rat, Padani jam ante a Clemente IV.. » infìituta digniiate, ut eam provinciam Alborum & N/grorum, qui Guel-»fis, & Gibellinis permlxù erant, facl:onibus laceratam pacar et, iu delli- » nato Carlo Vaieiìo da Bonifazio VIII,,, come dice il Rinaldi, cheap- » porta