Anno MCCCXXV. i35 Guglielmo Dente, furono banditi, e ricorfero a Cane Scaligero. Paolo fratello d’effo Guglielmo rivolfe i penfieri della vendetta contra de gli altri Carrareiì innocenti, e nel dì 22. di Settembre affittito copertamente dal Podeftà e dal prefidio Tedefco, mofTe a rumore il Popolo contra d’effi. Per un ora fi fece af-pro combattimento nelle piazze , e così nobilmente fi foftennero valorofì i Carrarefi, che Paolo Dente fu forzato alla fuga, ma con riportarne eiìì di molte ferite. Per cagion d’effe Marfìlio maggiore picchiò alla porta della morte; Niccolò, Obizzo , e Mariìlio minore n’ebbero anch’effi la lor parte. Tornarono, pofcia in Padova Ubertino da Carrara, e Tartaro da Lendena-ra , amendue giovinaftri fcapeftrati. Numero non c’è delle loro infoienze ; giuftizia più non fi faceva in Padova; tutto andava alla peggio. Ne clovea ben ridere Cane, che facea continua-mente famore a quella nobil Città. Dopo la vittoria di Alto-pafcio flette poco in ripofo il prode Cafìruccio Signor di Lucca e di Piftoia. Prefe Segna, ed ivi fi afforzò nel dì 30. di Settembre ( a ) ; e pofcia cominciò le fue fcorrerie fino alle Porte di (,-1) Giova::-Firenze, Taccheggiando, bruciando, e guaftando tatto quel beln! VìtUni paefe . Nella fella di S. Francefco a dì quattro d’Ottobre, fecehb'9'c' 3‘;' fotto quella Città correre tre Pallj , uno da uomini a cavallo, un altro da fanti a piè, e il terzo da meretrici: il tutto in dispetto e vergogna de’Fiorentini, i quali quantunque -avellerò dentro gran cavalleria, e gente a piè innumerabile, pure non ofarono mai d’ufcire a fargli contrailo. Tornò Caftruccio nel dì 26. d’Ottobre a dar loro un altro rinfrefco, ed Azzo Visconte, che tuttavia era con lui, volendo rendere la pariglia a’Fiorentini , i quali aveano fatto correre il Pallio fotto Milano, ne fece correre anch’egli uno alla lor vifta, e poi s’inviò verfo Modena, ficcome abbiam detto. Prefe Caftruccio la Rocca di Car-mignano, il Caftello de gli Strozzi, ed altri Luoghi, e con fua offe andò fcorrendo infino a Prato. Gran corternazione era in Firenze per tali difaftri, a’quali ancora s’aggiunfe un’epidemia per la tanta gente rifuggita nella Città. Ben cento mila Fiori-(bìHenrl( ni d’oro ricavò Caftruccio dal rifcatto de’prigioni fatti in qrieft’ Rtbdorf.1 ' Anno, col qual rinforzo gagliardamente foftenne la guerra . .Cortu^ Per altro era anch’ egli fcomunicato e condennato dal Papa qual rtZ'xn. nemico della Chiefa ed Eretico. Per effer diffamato per tale, Rer-niente più vi voleva, che l’effere Ghibellino. Fu ¿e\Y Ottobre y^°JJnTil di queft’Anno, (¿>) che Lodovico il Bavaro rimile in libertà *d altri. I 4 Fede-