Anno MCCCLXXXIX. 42.3 Siena, Lucca , e Firenze, de gli Ordelafi, de’ Malate/li, e d’ altri Signori; e fi*ttipulò una Lega fra loro: con qual frutto , non tarderemo a vederlo - Fino al dì 16. di Febbraio retto la Città di Tnvigi (a) in mano de gli Ufiziali del Conte di Virtù. Forfè (a'i Gatarì anche di più vi farebbe reflata; ma 1’apprenfione della potenza Véneta, e il fapere che il Popolo di quella Città acclamò fola- Tom. xvil. mente San Marco , e foipirava di pattare fotto il faggio governo Rcrc lutlic' de’Veneziani , induil'ero finalmente il Visconte a conlegnar quel- chraai!!' la Città colle Fortezze, e infìeme Cenedà col fuo diflreito ad ef- Tom. XII. fa Repubblica in efecuzion de’ Capitoli della Lega. Parimente nel dì 17. di Ottobre mife Alberto Mar cheje di Ferrara ( b ) in Chromc. poflettb della nobil Terra d’ Ette con gli altri Luoghi a lui detti- xl.^' nati nella Lega fuddetta . Nel dì z 5. di Giugno ( e non già nel (!) chronìe. dì 1 ■e. di Novembre, come ha il Corio (c) ) etto Conte di Virtù Efler.fi, ) ' x y y T/ inviò a Parigi Valentina fua Figliuola, maritata a Lodovico di Re°rm'I[alicJ Valois , che già dicemmo Duca di Turena , e Fratello del Re di (c) Corio Francia. Ne gli Annali Milanefi ( d) , e nella Storia del Corioì^‘\dAnnaÙs fi legge 1’ ampia nota de’ gioielli, vafi d’oro e d’ argento , ed altri ¿udioian!' ticchi arnefi , che feco portò quefta Principefla in Francia . Nel7'0"2- xvl-Mefe di Novembre (e ) era flato gravemente infermo Guido da Rer'clron 'ìc. Polenta Signor di Ravenna , e i fuoi Figliuoli Obi^ro, Oftajio, e Plaunùn. Pietro già fi credeano colla morte di lui di aflùmere il fofpirato R™bfus comando. Si riebbe egli dall’ infermità ; ma ciò che quefta non ^Rifece , gli fcellerati Figliuoli fecero poco appretto con prendere il «m. Uh. 7. Padre, e confinarlo in una prigione, dove ( il quando non fi sa ) infelicemente egli terminò fua vita. Il Rotti, e l’Autor de gli Annali di Forlì (/) fcrivono ciò avvenuto nel dì 28. di Gennaio (f dell’Anno feguente ; ma l’Autore della Cronica • Eflenfe , allora tIZ^xxi!. vivente, (g) mette queft’ orrido fatto nel Dicembre del prefen- %er. Italie. te. In Perugia ancora forfè fiera difcordia fra i Nobili e il po-polo . ( h ) Furono uccifi da etto popolo venti perfone di quei, Tom. xv che fi appellavano i Beccarini, e più di cinquecento efiliatiRer-Iulk-con occupar tutti i loro beni, in guifa che retto come defolata ^2 lift!!' quella Città. # Tom. xvì. Dim oravan o Francesco il vecchio da Carrara in Cremo- Rer' I:ahc' na , e Francesco Novello fuo Figliuolo di Milano, ( i ) continua- (i) Gatarì mente menati a fpaflo con belle parole da i Minittri di Gian-Ga- Ifl dl pid-lea^o Contedi Virtù, ma fenza mai potere muoverfi di colà , e molto men vedere la faccia del Conte, che rifedeva in Pavia. La rabbia di Francefco il giovane era immenfa contra di D d 4 lui,