XXX » nendo loro V annuo cenfo: fa credere di non avere oflervata quertadi-» ftinzione ufata dalla S. Sede a’Marcheii d’ Erte. Quello però non fa, » eh’ ei non riconofca i medefimi Marchefi Feudatarj della S. Sede fin » dalla prima invertitura, che n’ebber da Giovanni XXII. l’anno 1332. » Perciocché parlando d’Aldobrandino figliuolo d’Obizzo, uno de’fra-» telli sì fattamente inveititi, lo chiama 1’ an, 1357. Aidrovandino Mar-» chefe d'E (le Vicario di Ferrara per la S. Sede, e di Modena per I' Impeli rio. E del Marchefe Alberto fratello d’ Aldobrandino, oltre alla detta » conferma, dice ancora, che venuto egli a Roma l’an. 1391. a vifitare » il Papa: da lui oltre all' afjolu^ione de' fio i peccati confeguì molte grafie » per la Jua ( del Papa ) Città di Ferrara , che tuttavia ne gode. E venuto » a morte 1’ an. 1 393., a lui d' unanime confer.fo de' Popoli fuccedette nel » dominio Niccolo III. Marchefe d' Efle Juo figliuolo già invefìito de gli Sta-» ti dal Papa, e dall' Imperadore. Se quelli giuiti e veri fentimenti avefs’ » egli avuti della Sovranità Pontificia in Ferrara, e della Signoria dipen-» dente de gli Eilenli, avrebbe liberato sé dalla taccia d’una contrad-» dizione sì manifella, e noi dalla neceilità di riferirla. » Per corto, che abbiali l’intendimento, arrivali rollo a comprendere, » che gli Eflenfi, come le altre famiglie potenti d’Italia , in quel fecolo » d’ufurpazioni, e di rapine, non fapevano accomodarti a riconofcer fo-» vranità. L’ an. 1 331., cioè dopo ieguita la riconciliazione col Ponte-» fice , e prima d’aver da lui ottenute le Bolle d’invellitura, i Marche-» fi Eflenfi con fomma ingratitudine, come la chiama il Rinaldi ( 1332. » num. 10. ), fi unirono con Martino dalla Scala Signor di Verona, co’ « Gonzaghi Signori di Mantova, e con Azzo Vifconte Signor di Milano » in lega offenfiva e difenfiva ( flabilita in Caftelbaldo a’ dì 8. di Agofto; » e confermata poi 1’ anno feguente a’22. Novembre dopo ricevuta 1^ » invellitura di Ferrara) contro il Pontefice, e Giovanni Re di Boemia » da lui chiamato apporta per ridurre l’Italia fconvolta mentre vacava » l’Imperio. Il fine di quella lega nata da puro lòfpetto d’ eilére fpo-» gliati delle Città ufùrpate, era di dividerti le conquiile, come feguì l’an. » 1 335. e il feguente, perchè gli Scaligeri ebbero Parma; il Gonzaghi »Reggio; gli Eflenfi Modena; e il Vifconte Piacenza levata da gli » Scotti al Pontefice l’anno avanti. Secondo il Sig. Muratori a gli anni » 1 332. e fegu. gli Eflenfi erano fantiffimi uomini, e {blamente il Pon-» tefice Giovanni XXII., e il Cardinale Beltrando fuo Legato erano dop~ »pj, ambiziofi, e ingiufti. Dimenticato opportunamente dell’ alleanza » Eflenfe co’nemici del Papa, accula il Legato come immemore della » inveflitura : Beltrando Card. Legato ( egli dice l’an. 1333.) (ìccome perir fona di muna fede , dimenticando ! inveflitura di Ferrara data a gli E-» ftenfì y fi figurò ■venuto il beato giorno di aggiugnere ancor quella Città » alle