ANNO MCCCVII. co, ed arrivarono fino alle porte di Cremona , Taccheggiando e bruciando dapertutto. Chi non dirà forfennati gl’ Italiani d’allora, fempre inquieti, Tempre torbidi, Tempre rivolti a dirtrug-crerfi T un l’altro, diTuniti in caTa , e talvolta uniti co’ vicini fo-lamente per portare ad altri la rovina e la morte ? Si rinovò poi queflo flagello anche nel Settembre , con eflere ritornati querti Popoli a i danni del Cremonefe. Vennero anche i Milanefi, Piacentini , Lodigiani, e Pavelì con tutte le lor forze fino a Borgo S. Donnino , e diedero il guaito a que’ contorni, e a Soragna e ad altri Luoghi . In favor di Cremona ufcì ancora A^o Marche- Catalaili a (a) Armala un copiofo poffente naviglio per Po, col difegno di mettere T affedio ad O- Rer. haiicar. Itiglia, Terra allora de’ Veronefi; ma quel prefidio fenza vo-lerlo aTpettare, attaccò il fuoco alla Terra, e fe n’andò. Di là jx. pafsò il MarcheTe EitenTe ad aiTalir Serravalle de’Mantovani ; R