z$o Annali d’ Italia? pani, Milazzo, Mazara, ed altre Terre e Cartella al numero di cento dodici alzaffero le bandiere del Re di Napoli . Quefta era la congiuntura, in cui il Re Luigi s’ impadronifle di tutta la Sicilia : al che non era mai potuto arrivare in lùa vita il Re Roberto con tanti sforzi e portenti fpedizioni da lui fatte per ricuperare quel Regno. Ma in troppa debolezza fi trovava allora il Regno di Napoli a cagion delle guerre pattate, e di tanti Reali, che conveniva mantenere , fra’ quali anche vi fu Luigi Duca di Duralo, il quale fi ribellò , e bifognò domarlo colT armi. Gran guadagno nondimeno fu quello del Re Luigi in Sicilia nell’ Anno prefente , e quefto crebbe anche nel feguente.. Pure la Sicilia non giunfe a mutar Padrone : e in queft’ Anno i Melimeli occuparono tre Galee, ed altri Legni pieni di vettovaglie, che il Re Luigi mandava per rinforzo a Palermo. In occafion della guerra inforta fra T Arcivefcovo Vifconte e i Collegati, fu nel dì i o. di Giugno alquanto di follevazione in (a) Cronica Bologna (ìi), perchè da Giovanni da Oleggio Governatore era jfxvni ufcit0 ordine , che due quartieri della Città cavalcattero armati Rv. Italie, alla volta di Modena, e il popolo mal foddisfatto del governo Milane’fe non fi fentiva di fagrificar le vite in fervigio di così pefante Padrone. Giovanni da Oleggio , che era un mal arnefe cacciò per querto in prigione gran copia di Cittadini nobili e pie* bei ; molti ne fece giuftiziare, altri tormentare -, e durò affai giorni querta Tragedia. Tolfe ancora l’armi a gli abitanti, di modo che di terrore e confufione era ripiena quella Città. Arrivò poi nel dì 21. d’Agofto fui Contado di Bologna parte dell’efercito de’ Collegati, di cui. era Capitan Generale Francefco da Carrara, uno de’due Signori di Padova, e fi unì colla gran Compagnia del Conte Landò Tedefco . Saccheggiando e bruciando le Ville di que’ contorni, arrivarono fin pretto alla Città di Bo-(b'i Cortujìo- logna. Secondo i Cortufi (b) avrebbono potuto impadronirfe-Tom ne ’ ma ^ Conte Landò , che fecondo il coftume di quegl’iniqui Rer. Italie, masnadieri, mentre militava per Tuna parte, fapea fervire all’ altra nemica, ne impedì l’acquifto, e dipoi ricusò di combattere le due Bartie dal Patto di Santo Ambrofio ; e per quefta cagione s’ebbe da lì innanzi gran fofpetto della fede di coftui* e Francefco da Carrara, temendone qualche tradimento , giudicò meglio di ritirarli a Padova, e di lafciare il bafton del comando in vece fu a a Feltrino da Gonzaga* Anno