Anno MCCCLXVIII. {igne Poeta: tanta era la di lui riputazione. Ma inSaufto fine ebbe quefto Matrimonio; imperocché il Suddetto Principe Ingle-iè, divenuto padrone d’Alba, e delle Suddette Cartella in Piemonte o per intemperanza, o per altre cagioni, finì di vivere in Pavia nell’Anno preSente ( altri dicono nel Seguente ) con incredibil rammarico e graviflìmo danno di Galeazzo, il quale non Solamente perdè il Genero e Seco le Speranze d’appoggio dalla parte del Re d’Inghilterra, ma nè pur potè ricuperar Alba e l’altre Terre dotali del Piemonte , delle quali fi fece padrone Odoardo il DiSpenfiere IngleSe, ficcome andremo vedendo . Stava in quefto mentre Bernabò Visconte Suo Fratello attento a gli andamenti e preparamenti de’ Principi Collegati, ben prevedendo, che l’aveano giurata contra di lui; Sapea eziandio, che Carlo IV. Imperadore, Capo della Lega, fi diSponea a paffar in Italia con Sormidabili forze. Però da tutte le parti cercò al Suo Soldo gente, e determinò di prevenire i nemici colle Sue armi e con quelle di Can Signore dalla Scala Suo Collegato. E-rano allora le Armate d’Italia, ficcome offervò il Corio, com-pofte di varie Nazioni. In quelle di Bernabò e di Galeazzo fi contavano Italiani, TedeSchi, Ungheri, e Borgognoni; e lo fteffo Succedea in quelle de gli Eftenfi , Gonzaghi, e Scaligeri . Il Papa nell’ eSercito Suo avea gran copia di Franzefi, Spagnuo-li, Bretoni, Provenzali, e Pugliefi. Fra poco vedremo comparire anche 1’ Imperadore con Boemi, Schiavoni, Polacchi, ed altre Nazioni. Se l’Italia ftefie bene tra tanti e sì varj , quafi diifi, cani e ladroni, ognun può immaginarselo. Avvenne (a), che nel dì 9. di Marzo trovandoli in Parma una grolla guarnigione di Bernabò, vennero alle mani i Soldati Italiani co i Te-deSchi ed Ungheri, e de gli ultimi ne rimaSero uccifi trentadue. Fecero gli Ufiziali del Visconte far tregua di tre Mefi fra loro, e fi quetò per allora il tumulto . Ora Bernabò , unite le Sue armi con quelle del Fratelló Galea^o e dello Scaligero, all’improvviso nel dì cinque d’ Aprile portò la guerra fui Mantovano per terra e per acqua (b), avendo fatto calare per Po una co-pioSa Flotta di Galeoni armati. Entrò nel Serraglio di Mantova da due parti, mettendo a Sacco e fuoco tutto il paefe, e quivi fabbricò una Baftia fortiflima. Anche dalla parte di Guartalla mandò un eSercito verSo Borgoforte, e Se ne impadronì. Non tardò Niccolò Marchefe d’ Efie a fpedire in SoccorSo de’ Collega- (a) Annal. Mediai an. Tom. XVI. Rer. Italie. (b) Chronic. Eßenf. T. 1 ]. Rer. Italie.