393 militari veneziane non impressionassero favorevolmente. Le felici operazioni combinate di terra e di mare, mercè le quali la libertà romana della città di Bari e di tutto il contado fu restaurata, lasciarono nel popolo pugliese duraturo ricordo e guadagnarono al nome veneto inusitate simpatie. 8. — Quanto era stato rigido e tenace nel respingere le lusinghe degli imperatori tedeschi a partecipare alle lotte continentali, altrettanto il duca Orseolo era stato sollecito a portare la sua spada in difesa della cristianità sopra un teatro di battaglia non molto lontano da quello additato dai sovrani d’occidente. Nè si può pensare al risorgere di antipatie o di preconcette riluttanze verso la politica degli uni, ovvero di simpatie o di orientamenti amichevoli verso i bizantini. La tradizionale politica di equilibrio tra i due imperi non mutava : il rifiuto in un senso non la guastava, nè l’apparente intimità nell’ altro dava vita a nuovi concerti politici. Le relazioni con l’impero tedesco non furono, anche dopo il diniego, meno cordiali con lo stesso Ottone III (1), e poi con il suo successore Enrico II. La conferma degli antichi capitoli nel 1002 (2), le cortesie scambiate a Verona nel 1004 (3) attestano l’immutabilità di rapporti amichevoli. D’altra parte la collaborazione militare veneto-bizantina in Puglia (4), e il matrimonio del figlio del duca, Giovanni, con una principessa bizantina (5), non sono indici di un radicale mutamento, politico e spirituale, nell’indirizzo di governo. Al bizantinismo politico nella storia di Venezia, come sistema di equilibrio, non si può prestar fede maggiore di quella che si possa accordare alla presunta francofilia. Queste espressioni non si possono identificare in opposte tendenze, tra le quali ondeggi la vita veneziana prima di trovare stabile equilibrio. Bene o male, i due imperi esistevano, e, per quanto fosse scaduta (1) Cfr. Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 164 : M. G. H., Diplom, reg. et imp., II, 830, D. O. II, n. 397 (censo e pallio - 1001, aprile). (2) M. G. H., Constit., II, 57 sg. n. 27 (rinnovazione del pactum : 1002, 16 novembre). (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 167. (4) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 165 sg. (5) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 168 sg.; Cedrenus, Eùvotjjt? ¡oxoptffiv, ed. Bom. II, 452.