2i6 Annali d’ Italia. terono . Lieve fu l’ucciiìone ; circa mille reftarono prigioni, fra’ quali alcuni Nobili di Firenze col loro Generale, e varj Co-nellabili di Mattino, e de’Marcheii di Ferrara, che fi portarono valentemente in quel conflitto. Ma fecondo l’Autore della Sto-W Iflorie ria Piflolefe ( a ) maggior fu la perdita de’ vinti di quel, che Tom. xi. feriva il Villani. In gravi affanni per cotali disgrazie fi trova-Rer. lulie. rono i Fiorentini; ma rincorati da Maftino, da’Marchefi d’E-fte, e dal Pepoli Signore di Bologna, che l'pedirono loro nuove milizie, fi diedero a rifar 1’ Armata, e a fornirli di gente, fen-za nondimeno potere ottenere dal Re Roberto con tutte le lor fervorofe iflanze aiuto alcuno. Era invecchiato il Re, e dal Villani viene imputato, che fecondo il coftume di quell’età egli {blamente attendeffe a raunar moneta. Ma Roberto avea la Sicilia , dove impiegar le forze e il danaro , fenza gittarlo in foc-corfo altrui. I n fatti non lafciava efiò Re Roberto di continuamente pen-^a^ìihT'^are ‘dia Sicilia, ed avendo già conquiffata l’Ifola di Lipari, (¿) l. ii. c. 137, s’avvisò di potere in quell:’Anno impadronirli di Milazzo. Pertanto nel dì 11. di Giugno fpedì verfo colà una potente fiotta con altra Armata per terra, a fine di rinfrefear quella di mare a mifura del bifogno. Fu affediato Milazzo, e con un lungo trincieramento ferrato ; nè avendo con tutti i fuoi tentativi potuto il Re Don Pietro dar foccorfo alla Terra, quella capitolò nel dì if. di Settembre la refa; e fu un bell’acquifto pel Re (c) Gualv. Roberto. Secondochè s’ha da Galvano Fiamma (c) , ftudiò Lu-^GeihAion. chino Visconte in quelli tempi di pubblicar delle belle ed utili Tom. xil. Leggi , per togliere gli abufi introdotti nelle paffate rivoluzioni, Rfr. hahe. volendo dapertutto la pace ; e quantunque fi deffe ben a cono- feere per Ghibellini/limo di genio, pure egual protezione prendeva de’Guelfi, e vegliava alla ficurezza d’ognuno, ad impedire i mangiamenti de gli Ufiziali, e alla buona cullodia della giuilizia ; di modo che Pietro Azario , allora vivente, ebbe a di- (d) Petrus re ch’egli farebbe fiato tenuto per Santo, fe foffe fiato A{arìus Chr. men afpro e leverò ne’ gaftighi, e non aveffe così implacabilmen-C*P‘ 9xf/[ te perseguitati i fuoi Nipoti. Fioriva in quelli tempi Francefco rZ‘.‘halic'. Petrarca uomo allora di mirabil credito nella Poefia Latina, e che dipoi fu folamente ammirato per la Volgare. Effendo egli (e) Muratori ito a Napoli, di molte dimoftrazioni di ilipia e finezze ricevet-p^rJcÌ te R°bert0 ■> Principe amator delle Lettere e de i Lctte-Rime. ’ rati, {e) Voleva effo Re indurlo a ricevere in quella Metropoli la