148 Annali d’ Itali a? malattie abituali di quelle contrade. Però licenziò tofto buona parte dell’ efercito fuo ; e perciocché la Peftilenza entrata in quel (a) Chronlc. Regno vi facea gran macello (a), non fidandoti egli di ftare in fomf'xv mezzo a S1 ^att* pericoli, determinò di ritornarfene in Ungheria . Rtr.'Italie. Appena dunque pattati quattro mefi dopo l’arrivo fuo, andò ad imbarcarti a Barletta, con aver deputato per fuo Vicario Corrado Lupo con altri Utìzialie gente, che governatte e difendette il Regno. Lafciò il Re mal foddisfatti i Baroni Napoletani colle fue afprezze, e coll’ aver tolto a moltiflimi i loro lucrofi Ufizj. Si aggiunfe il duro comando e procedere de i Miniftri di lui, giacché gli Ungheri ne’ lor coftumi allora ipiravano troppa barbarie, (b) Matteo benché Matteo Villani atterifca (¿), che facevano buona giufti- lo z*a’ scavano danno o villania ad alcuno. Comunque fia, fi risvegliò ben tofto in quella Nobiltà, e in molti il defiderio di riaver la Regina Giovanna , fotto il cui governo , e colle Corti di tanti Reali , l’allegria e l’opulenza mai non mancavano a quella infigne Metropoli. Ne corfero le voci, e ne andarono anche gl’inviti alla Regina medefitna in Provenza. Ora è da fapere, che quefta PrincipeiTa giunta che fu in Provenza, perchè inforfe fofpetto, ch’ella era per vendere quella Provincia a i Franzefì , fu detenuta come prigione da que’ Maggiorenti , e fpezialmente da’ Signori del Balzo . In quello mentre Lodovico Prìncipe di Taranto fuo Marito, fenza che gli fotte per-Xc) Matth. metto d’entrare in Firenze, s’imbarcò a Porto Pifano , (c ) e Paimeuus in non 0fando di metter piede in Provenza, andò con Niccolò Ac-Jicciajoii ai daiuoif’per altra via ad Avignone. Quivi per mezzo del Papa Tom. 13. tanto s’adoperò, che fu rimetta in libertà la Regina. Ricevuta R‘Giovici 5ue^a S°vrana in quella Città , dopo aver guadagnati in Villani 1.