i~6 Annali d’ I t a l r a. Strepitosa novità accadde in Verona. Can Grande dalla Scala , Signore di quella Città , era ito a Bolzano in compagnia di Can Signore fuo Fratello , per abboccarti col Marchefe di Bran-(ai Chronìc. deburgo fuo Cognato . ( a ) Fre mano dalla Scala Fratello baro«^ardo colfe quello tempo, per effettuare il difegno di torgli la Re'r. Italie. Signoria : intorno a che già paffava intelligenza fra lui, e i Gon-c ¡ironìe, zaghi Signori di Mantova. Nella notte del dì .17. di Febbraio, Tom^xi' 0 eh’egli foffe d;accordo con Affo da Correggio, 1 affiato da Rer. Italie. Can Grande per Governatore di Verona ; o pur, come vuole il (!') Gazata, (b) che Fregnano fattolo a sè venire, gli minacciaffc Tom. i8?C la morte, iè non acconfentiva , amendue fparfero voce., effer far. Italie, giunte lettere , che portavano la morte improvvifa di Can Grande , e moffero la guarnigione ad ul'eir di Verona , con farle credere, che Bernabà Visconte veniva con gente a quella volta. Nella Tegnente mattina Fregnano con Alboino, fuo fratello minore e legittimo, cavalcò perla Città, e fi fece proclamar Signore. In aiuto fuo giunfe ancora Feltrino ed altri da Gonzaga con affai Nobiltà e milizia di Mantova. Nel dì 24. d’effoMeie Bernabò Visconte, chiamato in foccorfo da Fregnano, o pur moffodafpe-ranza di petcare in quel torbido, comparve con ottocento, ovvero con tre mila barbute , e con altra foldatefca, e dimandò d’entrare in Verona. I Gonzaghi per timore , eh’ egli occupaffe la Città, induffero Fregnano a negargli 1’entrata, così che Bernabò vedendoti delufo tentò per forza di voler fuperare una Porta; ma conofcendo l’impoffibilità dell’imprefa , giudicò meglio di ritor-narfene a Milano. Per quefto fu da alcuni creduto , che anche f Arcivefcovo di Milano aveffe tenuta mano a quefto fatto. Volarono intanto gli avvitì di tal tradimento a Can Grande, che non perdè tempo a tornartene indietro. Afficuratoiì di Vicenza, con quelle truppe che avea, e che potè raunare arrivò la notte ftef-l’a a Verona, dappoiché tenera partito Bernabò. Dal Cuftode della Porta di Campo Marzo fu lafciato entrare in Città, e tofto fece intonare: Viva Cane, e muoiano i traditori. Fatto giorno Cane pafsò il Ponte, ed ebbe all’incontro Fregnano co’fuoi,che fece lunga battaglia , ma in fine vi lafciò la vita intìeme con Pao- lo Pico dalla Mirandola, eletto da lui per podeftà di Verona, ed altri fuoi partigiani. Sollevatoli tutto il popolo in favor di Cane , fu prefo Felrrino da Gonzaga co’ fuoi conforti e lòldati ; e corfe pericolo della vita; ma in fine ti rifeattò con trenta mila Fiorini d’ oro . Dopo sì felice avvenimento nello fteffo Mefe giù 11- fe a