Anno MCCCXXXVII. 199 fto , (a) e allora gli fu aperta la Porta di Ponte Corvo da Marlì- (a) Conuf. lio . V’entrò egli colle lue genti, fece prigione, e mandò poi ^ alle carceri di Venezia il mal accorto Alberto dalla Scala; fpo- Chromc. gliò d’armi e cavalli la guarnigion di Martino, e cinquecento f ne fece prigionieri. Nel dì 6. d’Agofto fu data dal popolo la Si- ‘"ehrLu. gnoria di Padova a Marjìlio da Carrara. Gran fefta lì fece in Pauvìn. Venezia e Firenze per quello felice colpo, da cui all’incontro reftò fommamente sbalordito Martino . Non perdè tempo il va- Rer. Italie. lorofo Pietro de’ Roffi a paflar coll’ Armata lòtto Monfelice, e Fe^°"^0'1 cominciò a dar de’furiofi aflalti a quella forte Terra. Ma nel Torneo! dì 7. d’Agofto colpito da una lancia manefca conferita mortale, nel dì feguente morì , moftrando un efemplare Pietà, e un’ eroica intrepidezza nel prendere commiato dal Mondo. Perderono i Veneziani un gran Generale d’Armata , e un perfonaggio difom-ma liberalità, che non paflava l’età d’anni trentaquattro, e da i più de’ Lombardi fu compianta la fùa morte. Eraiì prima condotto a Venezia Marjìlio de RoJJi luo fratello , uomo di non minor fapere e coraggio nelle cofe di guerra, prelo da mortai malattia , per cui aneli egli finì di vivere in quella Città nel dì 14. del fuddetto Agofto ; Orlando Rollò fu feelto pel comando dell’ Armata. Non fu men riguardevole l’altra perdita, che fece Maftino nel dì 8. di Ottobre. (¿) Ebbe Affo Visconte un trattato con al-(b)Guaivan. cuni Cittadini Brefciani, che forate le mura introduflero nel dì fuddetto le di lui genti nella Città vecchia, e poi prefero la nuo- Tom. va, di modo che tutta la Città, da cui fuggì Bonetto de’Malvi-Rer' {talie' cini Governatore ivi per Maftino col fuo prelìdio, vennèin potere del Visconte. Si difefe il Caftello lino al dì 13. di Novembre, ed allora capitolò la refa. Gran gioia parimente fu in quella no-bil Città per effere caduta in mano di un miglior Signore, il quale richiamò colà tutti gli ufeiti, e vi fece fiorir la pace . Profittò ancora della decadenza, in cui lì trovarono gli Scaligeri, Carlo Figliuolo di Giovanni Fe tìi Boemia . Era egli divenuto Signo-t re della Carintia, ed entrato in Lega coi Veneziani, nel Mele di Luglio o d’Agofto s’impoffefsò di Feltre, e nell’Anno feguente di Belluno , fmembrando ancor quelle Città dalla Signoria de gli Scaligeri. Provarono medelìmamente felice queft’Anno in To-fcana i Fiorentini, (c) Unitili erti co’Perugini aveano fatta lunga guerra alla Città d’Arezzo. Pier Saccone de Tarlati da Pietrama-«/>■ tfp-k, Signore di quella Città, co’ fuoi conforti trovandoli oramai al N 4 ver-