Anno M C C C C. 4?i dì 30. di Gennaio dell’Anno prefente dalla maggior parte di quel popolo gli fu data la lìgnoria della Città, ed egli vi mi-i'e il fuo Vicario . Da lì a non molto , cioè d’ Aprile , le genti fue fotto il comando di Ottone de Terfi Parmigiano , occuparo-rono anche Aiiiiì , pretendendolo come dipendenza di Perugia. Con quelli pailì di fortuna Politica ogni dì più andava credendo la potenza del Duca. Aveva egli prima oppreilì i Marchtjl Malafpina coll’ armi, e tolta loro tutta la Lunigiana . E fecondo il Corio (a) nell’Anno prefente s’impoileffarono le di lui (a) Cario l-milizie di Nocera e di Spoleti : del che iommamente s’alterò dl Papa Bonifacio, e fpavento fempre più s’accrebbe a’Fiorentini. Facino Cane allora Capitano d’eiTo Duca, non so fe a nome di lui, o pure di Teodoro Marchefe di Monferrato, che era in guerra con Amedeo di Savoia Principe d’ Acaia, tolfe ad eiTo Principe alcune Cartella, e diede il guaito alle di lui Terre fino a i Borghi d’Ivrea. Dapertutto ilendea le mani l’ingordo Visconte -, ( b ) e giacché non potè ridurre alla iùa ubbidienza la Cit- (b) Sodome. tà di Lucca, diede almeno appoggio a Paolo Guinigi Nobile del- nfs Chron. la medefima , che con truppe a lui inviate da effo Duca, e rac - ‘haiic. colte nella Garfagnana , moiTe per forza quel popolo a dichiararlo Capitano dell’ armi, e da lì a poco anche Signore della Città , dove per fua ficurezza diede principio ad una Rocca. Temendo intanto, e con ragione, i Fiorentini dell’ infaziabil ambizione di quello Principe , conduiTero al loro foldo cinquecento lancie. Trattava!! in quelli tempi in Venezia di convertire in una Pace la Tregua dianzi llabilita fra eiTo Duca e i Collegati fuoi avverfarj. Il Duca inoltrando!! fempre voglioio della medefima, conduiTe nondimeno sì deliramente i fuoi affari , che con buone condizioni la conchiufe nel dì 21. di Marzo, e fu quella poi pubblicata nel dì 11. d’Aprile . (c) Svan-(c) DeUyto taggiofe furono le condizioni d’ effa per li Fiorentini ; ma con- f™al'lg venne loro accettarla qual era, per non potere di più. E fi n-halle, qui era ilato detenuto prigione in Faenza il Marchefe A^o E-flenfe, già prefo nella rotta diPorto. Faceva Aflorre de Manfredi Signore di quella Città collar ben caro a Niccolo Marchefe la cuilodia di quello importante prigioniere, non celiando mai di domandar danari, e di minacciare. Stanchi i Ferrare!! di que-ila mufica, allorché, Gian-Galea^o Figliuolo cl’ eiTo Allorre in compagnia della Moglie di Carlo Malatejìa paflava traveilito Gg 4 in