198 Annali d’ Italia; cavalli e moka fanteria. Luchino Visconte, Zio d’Azzo, fu creato Capitan Generale dell’ Armata Collegata , e tutti entrarono fui Veronefe, facendo gran guaito. Martino , che oltre all’erte-re uomo prode in guerra, avea anch’ egli un poderofo efercito, arditamente venne loro incontro , e li sfidò a battaglia nel dà 26. di Giugno. O fia , che Luchino Visconte forte un codardo, co-(i)Johan/ics me alcun vuole, o pure come altri fcrivono (a) , che i Tedei-‘ch^Mutin deh’ Armata Collegata averterò ordito un tradimento ( e mol-Tom. ij. ti d’erti in fatti, iìccome perfone venali, e date a chi più loro Rer. Italie, offeriva, andarono a’fervigj di Martino ): certo è , che i Col-Ep.inf^Tom. legat;i pieni di /pavento fgarbatamente fi ritirarono a Mantova, eodem. laiciando indietro tende ed arneil da guerra, e fi fepararono. Chiomea Allora Martino corfe colle fue genti fino alle porte di Manto-RegienfT.18.va, mettendo tutto a facco e fuoco. Tentò pofeia d’impedir la Rer. haiu. riunione dell’Armata di Marfilio Rollo con quella di Pietro fuo MorìfrChr.' fratello -, ma non gli venne fatto , iìccome nè pur di tirare ad Modoet.T.12. una battaglia i due Fratelli Roflì, perchè furono d’avvifo i Ve-ReTGuahan. nez^an^ di fiancare più torto Maftino , fui fuppofto ch’egli non fiamma de poteffe foftener lungo tempo l’ecceflìva fpefa del mantenimen-Tom eod°n,S *° tante foldatefche, fra le quali erano quattro mila lande om. eo . Tedefche. Dimorava intanto in Padova Alberto dalla Scala, fratello maggiore di Maftino, uomo di pace, e non di guerra, quanto dedito a i piaceri, altrettanto nemico delle fatiche. I f'uoi due principali Consiglieri erano Marfilio ed Ubertino da Carrara . Grande zelo, iìccome diilì , aveva in addietro moftrato Marfilio per gl’intereflì de’Scaligeri ; ma più gli premevano i proprj. Non dimenticava egli d’ eflere già ftato Signore di Padova; e iìccome avea data quella Città a Cane dalla Scala, così non fi faceva fcrupolo di ritorla a i di lui Nipoti ; effendo maflìmamente quel popolo ridotto alla difperazione per le tante contribuzioni e infolenze , che giornalmente fi faceano in quella Città. Segretamente perciò Marfilio fe l’intefe co i Ve-(b) Gatarì neziani. Se è vero ciò, che narrano i Gatari ('b) , avendo Ma-Iji. Padov. rtino avuto fentore del tradimento, fcriffe più d’una volta ad Ke7. haiic.' -Aderto, che fi aflìcuraffe de’due Carrarefi, e li levaffe dal Mondo. Alberto fcioccamente loro moftrava gli ordini del. Fra-•tello. Se n’ebbe bene a pentire. Veggendofi dunque Marfilio come feoperto, s’affrettò a compiere il premeditato difegno. Due volte era venuto Pietro de’Roflì fino a’ Borghi di Padova , ma s’era poi ritirato. Vi tornò la terza volta nel dì 3. d’Ago- ito