418 DELL' HISTORIA 1526 ranza dì potere acquiftare la città di Milano, nella quale era grandiifima careitia di tutte le cofe , & numero di di-fenfori non fufficiente alla grandezza della città, & alle forze, dalle quali era efpugnata, elfendo nel campo giun-ronfitrìi,' ti altri Svizzeri , Se aipettandofi in breve altri quattro c»Utg»tt. mjja feriti dell’iitelfa natione ioldati dal Rè, li quali in-tendevafi eifere già giunti a Befenzone ; onde ò per attedio , ò per forza iilimavafi, che conveniife la città cadere prefto in potere de’Collegati. Li quali ajuti mentre s* afpettano, haveva il Duca d’ Urbino difegnato di mandare una parte delle genti a Cremona per tentare 1' efpugna-tione di quella città , imprefa molto defiderata da’ Collegati , Se principalmente dal Pontefice ; ma fi convenne tardare il mandare ad effetto quello penfiero , per nuovo timore, che gli Imperiali ufcendo dalla città, come s era publicato che haveifero in animo di fare, poteifero venire ad aifalire 1’eifercito della lega . Finalmente vi andò MtUnfi* Malatefta Baglione , ma con minore numero di genti , rftt» cri. per quello ileifo dubbio , & rifpetto di ciò, che era ne-Mna• ceifario per condurre a prello , & buon fine l’imprefa. Onde ritrovando con doppii riparila città fortificata, & ben fornita di difenfori, le diede indarno più d’ una volta raflalto ; & conofcendoli con quelle genti eifere lo sforzarla molto difficile , & il partirtene, lafciando 1’imprefa imperfetta, di poca riputatone delle forze de’ Collegati, fù deliberato, che al campo, chfe era intorno a Cremona, and afferò il Proveditore Pefaro, Camillo Orlino, & Antonio da Caflello con buon numero di fanti ; & poco s'rirforX* dapoi fi mandarono in loro foccorfo altri mille fanti Ita-'sjfiin. liani, Se mille Svizzeri. Nè facendofi nè anco con que- lli, Se con quelli alcun buon profitto, fi rifolie il Duca d’Urbino di trasferirviiì egli iteifo, benchecon molto pre-giudicio dell’imprefa di Milano; onde fatto venire gran numero di gualcatori con l’opere di trincee , procurava d’andare a poco a poco guadagnando terreno: talché la c‘u,g*t*. città ridotta hormai a grave pericolo , convenne d’arrendetegli . Del quale felice fuccelfo mandò il Duca fubi- to