Anno MCCCLXXXV. gamo, Crema, Cremona, Brefcia, Parma, e Reggio. Quattro Figliuoli legittimi avea oltre a i baftardi, tutti e quattro valorolì, ambiziofi, capaci ognuno di gran cofe. (a) Ad effi (a) Armale* avea già diliribuite le lue Città, cioè a Lodovico Lodi e Cremo- jg^xvi na ; a Carlo Parma, Borgo S. Donnino, e Crema; a Ridoljo Rer.'itdk. Bergamo, Soncino , e Ghiara d’ Adda ; a Maflino minor di tut- Cerio ijior. ti Brefcia, la Riviera, e Val Camonica. Gli altri fuoi Figliuo-CÌ Allldno-li fono annoverati nella Cronica Veneta del Sanuto (¿) . Gode- sanuto va allora Bernabò contra il fuo folito la Pace, ma non la go- iftor. Vena. deano già i fuoi fudditi a cagion delle intollerabili eftorfioni e ^ gravezze loro impofle, e per l’infoienza e libidine de’fuoi Figliuoli . La fua beffcial fierezza, i trafporti della fua collera, e le violente fue efecuzioni fopra la vita de’ fudditi, anche per cagioni leggiere, e fopra tutto per la caccia, faceano tremar ognuno ; laonde un sì afpro e crudo governo era ben contracam-biato coll’odio univerfale de’ popoli. Della fua itrabocchevol libidine altro non dirò, fe non che vi fu un tempo , in cui fi contarono trentafei Figliuoli fuoi viventi tra legittimi e baluardi, e dieciotto Femmine gravide di lui. Stava intanto Gian-Galea^o Visconte, Conte dì Virtù e fuo Nipote in Pavia, della qual Città, ficcome ancora di Piacenza, Novara, Aleffandria, Bobbio, Alba, Aiti, Como, Cafale di Santo Evafio, Valenza, Vi gevano , e di varie altre Terre in Piemonte era Padrone. Perchè dalla Moglie Catierina niuna prole mafehile avea egli ricavato finquì, già faceano i lor conti fopra de i di lui Stati i Figliuoli di Bernabò ; anzi nè pur fi vedeva egli ficuro in vita : sì fmoderata era l’ambizione di Bernabò, tuttoché fuo Zio e Suocero, e quella de’fuoi Figliuoli. Fu anche detto, che Bernabò avelie fatti de’ tentativi contro la vita di lui, con iiludiar-fi di fedurre la Figliuola, Moglie d’effo Gian-Galeazzo , la qual rivelafle tutto al Marito. Comunque fia, l’arte tenuta da Gian-Galeazzo per difenderli dalle fue infidie, era quella di non arrif-chiarfi mai di capitare in efla Città di Milano, ancorché a lui fpettalTe il dominio della metà di quella Città, (c) Sopportava (c) Rtiuf. anche in pace tutte le fuperchierie, che gli facea di quando in chr’•T- '9: quando Bernabò ; nè ufeiva mai fenza un copiofo accompagna-Rer' I“lu' mento di guardie. Diedefi in oltre ad una maniera di vivere, che è la più efficace per ingannare altrui, cioè ad una vita di-00 Gatari vota (d), converfando Tempre con Religiofi, frequentando le Chiefe, facendo abbondanti limofine, e moftrandofi alieno da. Rer. Italie C c 2 ogni