né Annali d’ Italia; ufciti , eccettochè i Cavalcabò : dopo di che fe ne tornò a Piacenza, dove fi dichiarò nemico fuo Verzufio Landò, per aver e~ gli , fecondochè allora fu detto, inoltrate voglie impure verfo Bianchina, belliillma ed inlìeme oneita Moglie d’effo Verzufio. (*) Bonin- (a) Galeazzo tolfe al Landò il Cartello di Rivalta -, ma coitogli ;7 cM°r's' ben caro l’aver perduta l’amicizia di quello Nobile, ficcome fra Tom. a. poco vedremo. Nel Febbraio il Legato Pontificio, cioè il Cardi-Ker. Italie. na[e Beltrando dal Poggetto, nel Luogo di Burgolio dell’Aleflan-drino, con gran folennità fulminò tutte le maledizioni di Dio, e pubblicò e confermò tutte le fcomuniche e gl’ interdetti contro la periòna di Matteo Visconte, de’fuoi Figliuoli , e fautori, e delle di lui Città, col confifco de’beni, fchiavitù delle perfone, come fe iì trattaffe di Saraceni. Furono ancora aperti tutti i tefori delle Indulgenze, e del perdono de’peccati, a chi prendeva la Croce e Tarmi contra di quefti pretefi Eretici. Nello Hello Mele sihuaInài. in Genova (¿) con grande allegria di quel Popolo lì fece lapub-Gtnutnf blicazion di quelle fcomuniche e della medefima Crociata. Dopo Rtr'Italie aver *att0 Raimondo da Cardona, Generale del Papa, e del Re (c) Chronic. Roberto, molti danni all’AleiTandrino (c) e Tortonelè , andò Tom^xi co^e macchine militari per efpugnare il Cartello di Baffignana. Rer. iWic.Nd dì 6. di Luglio Marco Visconte con due mila cavalli e dieci (d) Bonin- mila fanti andò a trovarlo (d). Tuttoché Raimondo forte infe-tont.Mong. r-or ^ gente ^ pure temerariamente andò ad affalirlo, e gran fan-Tom. 12. gue lì fparfe. Ma egli ne rimafe feonfitto, e più di cinquecento Rcr. Italie, cavalieri e circa ducento balertrieri e pedoni de'fuoi furono menati prigioni. Poco nondimeno fervi a i Visconti quello vantaggio, perchè di tanto in tanto venivano fpediti nuovi rinforzi al Cardona da Papa Giovanni e dal Re Roberto , ed erano in aria altri nuvoli. E qui convien prima accennare un altro fpediente prefo da erto Papa e Re, per mettere a terra i Ghibellini. Fecero erti maneggio , acciocché Federigo d'A ufi ria eletto Re de’ Romani veniile colle fue forze in Italia alla diltruzion de’ Visconti, dandogli a credere di voler decidere la lite dell’ Imperio in fuo favore, {e) Cerio e mettere a lui irt capo la Corona (e). Non fi attentò già Fede-ijhna di Mi- rigQ divenir in periòna per timore del Bavaro ; ma bensì dopo avere ricevuto dal Papa un aiuto di cento mila Fiorini d’oro, fe-(0 Mnlvce. ce calare in Italia Arrigo fuo Fratello, il quale con due mila ca-Ch'onic. valli arrivò, a Brefcia (/) , accolto con fommo onore da quelPo-Tom.^XlV. P°*° * Quivi era ancora Pagano dalla Torre Patriarca d’ Aqui-Rv. Italie, leia, che pubblicata conira de’Visconti e de gli altri Ghibellini, cliia-