Anno MCCCXLIX. andarono in rotta, e vi recarono prigionieri Roberto di S. Severi-,10, Raimondo del Bal^o, il Conte d’ Armi.gna.cca, e buona parte de’ principali Nobili della Città di Napoli. Per tal vittoria (correndo gli Ungheri fino alle Porte della Città , obbligarono que’ Cittadini a ricomprar la loro vendemia collo sborfo di venti mila Fiorini d’ oro. In quello piede erano gli affari di Napoli, mentre anche in altri Luoghi del Regno continuava la guerra ora profpera per gii uni, ed ora per gli altri. Nel dì 24. di Gennaio di quell’ Anno la morte troncò il cor-fo alla vita, e all’ ingrandimento, che tutto dì fi iacea maggiore di Luchino Vifconte. ( a ) La Città di Milano gli era fomma- (a)Petrus mente obbligata, perchè magnificata oltre modo da lui in poten- i^artui za, ricchezze, ed impieghi lucrofi, confervata in pace e rego-‘^auÌ. nài. lata non men effa, che tutte 1’ altre Città a luì foggette con incorrotta eiuftizia. Se vogliamo ilare all’ opinione di Giovanni da Bazzano ( ^ ), egli morì di pelle; ma da altra cagione ere-(b)Johannes dettero altri proceduta la fua morte. Siccome dicemmo all’An-no 1347. ìfabella del Fiefco fua Moglie, Donna di molta av-Tom.xv. venenza, andò per cagion dì voto, vero o finto , a S. Marco Rer-di Venezia. Quella libertà le diede campo di foddisfare alle fue illecite voglie contro la fede maritale . Benvenuto Aliprando ( c ) , Benven. e dopo lui Bartolomeo Platina nelle Storie di Mantova ( d ), aliprando chiaramente fcrivono, che effa invaghita di Ugolino Gonzaga , 7- feco il conduffe a Venezia con familiarità deteffabile ; e per- s. Amìq. h. chè le Dame, e donne di confidenza avrebbono potuto rivelare W Platina> il fegreto, ad effe ancora fu dato agio di procacciarli quella Tomaso!' paftura, che vollero. I malanni di cafa d’ ordinario fon gli ul- Rer. Italie. timi a faperli i padroni e mariti ; e Luchino finalmente feo-prì i proprj • Fanno i fuddetti Storici Mantovani autore dello feoprimento Maftino dalla Scala, il quale in quella maniera attizzò lo fdegno di Luchino contra de’ Gonzaghi. E certo s e-gli vivea più lungo tempo, ne avrebbe proccurato lo llerminio, come attella il Gazata ( e ). Ma non fuffiile già, che Luchino G faceffe imprigionar la Moglie, come afferifee il Platina. Secon- 'Lon.'tt do altri, accortali ella , ellere venuto il Marito in cognizion de’ sie//e T lS-fuoi falli, s’affrettò a dargli il veleno, per cui terminò i l'uoi R‘r' IUlC' giorni (/). Sembra nondimeno alquanto inverilimile , che la ( f) Corìol-cagion della guerra contro a i Gonzaghi procedeffe da quello, Jhr-dl Ml-perchè tanto tempo prima l’ abbiam veduta incominciata, new intanto fi feorge, che Luchino faceffe rilentimento alcuno contra