Annali d* Italia: verfi ne’Meiì di Settembre, Ottobre , e Novembre. Avven-(ii) De De- ne, (a) che nell’ Agofto il Conte Giovanni di Barbiano colle fue Tv'xriìr' §enti Pa!kò Sul Bolognefe commettendo molte ruberie, e gravi kèt. Italie’, infolenze alle Donne Nobili, che erano in Villa. Andava coilui alla Terra di Vignola, già da lui occupata nel territorio di Modena al Marchefa di Ferrara. Per tali infiliti irritato non men eifo Marchefe che i Magistrati di Bologna, ipedirono le loro nfilizie a Vignola; e trovato il Conte, che co i fuoi dormiva fenza far buona guardia , li conduifero tutti prigionieri a Bologna. Andò sì innanzi I’ira del Popolo, attizzata anche da AJìorre de Manfredi Signor di Faenza, che volle liberarfì da così mal’arile fe j e però nel dì 27. di Settembre furono decapitati nella pubblica Piazza eifo Come. Giovanni , il Conte Lippa7{^o fuo Nipote , e il Conte Banderaio fuo parente. Un Figliuolo d’eifo ¡Conte Giovanni morì nelle carceri, e a Confelice al tro fuo parente era già Stato mozzato il capo . Coito ben caro dipoi a i Bologne!! quella rigorofa giuilizia. Ricuperò il Marchefe Niccolò di Ferrara con tal congiuntura Vignola, dopo quattro mefi d’affedio; e fece buon trattamento al Conte Manfredi di Barbiano, rimaito prigione delle fue genti nella Sconfitta di Vignola. Effendo mancati, come dicemmo, i principali de’Maltraverii, furono nel Me-fe di Novembre richiamati dall’ efilio Giovanni de’ Bentivogli, Nanne de' Go^adini, e gli altri, che manteneano buona corrifpondenza col Duca di Milano, e prefero poi per forza il governo di quella Città nel Dicembre . Celebre fu queit’Anno per la pia commozione de’Bian-chi, fomigliante ad altre, che s’erano vedute nel precedente Secolo, ed anche nel prefente , fe non che non s’ode in quella il fracaffo della difciplina, che fi praticò nelle prime. Portavano effi Cappe bianche, ed ivano incappucciati uomini e donne, cantando a cori l’inno Stabat Mater dolorofa, che allora ufcì alla luce. Entravano in proceffione nelle Città, e con fomma divozione andando alle Cattedrali, intonavano di tanto in tanto Pace e Mifericordia. PaiTati quei d’una Città all’altra, fe ne tornavano poi la maggior parte alle lorCafe; e quei della {b) Georgius Città viiìtata portavano ad un’ altra in proceffione il medeiìmo steiuAmai, lilituto . A chi avea bifogno di vitto, benché foifero migliaia Tom. 17. di perfone > ogni Città caritatevolmente lo contribuiva ; effi Rer. Italie, nondimeno altro non richiedevano fe non pane ed acqua (¿)*- Fu.