154 Annali d’ Italia. ^ariuTch tra c^a Moglie • Pietro Azario (a), Scrittore contemporaneo RegUnf. r e ben informato di quegli affari, confeffa gli fcandali accaduti Tom xvi. nel divoto pellegrinaggio d’Ifabella del Fiefco e delle fue Da-Per. hahc. me. ma perciocché l’amore e la toffe non fi poffono occultare, n’ebbe in fine contezza il tradito Luchino. Gli fcappò detto un dì di voler fare in breve la maggior giuftizia, che mai aveffe fatto in Milano. Rapportata alla Moglie queffa parola, fofpet-tò, o s’accorfe, che la fefta era preparata per lei. L’Azario non volle dire di più, e terminò il racconto con quel verfo attribuito a Catone : Nam nulli tacuijje nocet, Nocet effe locutum. Secondo lo ffelio Azario , l’Arcivefcovo Giovanni fece giurar fedeltà a Luchino Novello Figliuolo del defunto fuo Fratel- lo Luchino : il che par difficile a crederi!. Brucio figliuolo ba-ftardo di Luchino, che in addietro era ffato il primo mobile della Corte paterna, e come fecondo Padrone di Milano, avea tiranneggiato maffimamente Lodi, della qual Città era Governatore; iìccome perfona, che dopo aver molto applicato alle Lettere, d’effe unicamente s’era poi fervito per commettere delle iniquità ; fe ne fuggì, e andò ramingo un pezzo , finché in una Città de’Veneziani mefehinamente morì. Succedette, fe pure non vogliam dire , che continuò Giovanni Visconte Arcivefcovo di Milano nel dominio di Milano, Lodi, Piacenza, Borgo S. Donnino , Parma, Crema, Brefcia, Bergamo, Novara, Como, Vercelli, Alba, Aleffandria, Tortona , Pontremoli, ed altri Luoghi in Piemonte. E benché gli Artigiani fi foffero dati a Luchino folamente durante la di lui vita, pur volle anch’ egli la fignoria di quella Città. Una delle prime fue azioni quella fu di richiamar dall’efìlio i due fuoi Nipoti Bernabò e Ga~ lecito, figliuoli di Stefano fue fratello, che Luchino avea ballato Gasata diti propter opera ipforum non bona , ficcome fcrive il Gazata (¿). chr. Regienf. Liberò ancora effo Arcivefcovo dalle carceri Lodriflo Visconte TRer. halle. ^u0 Cugino (c), imprigionato, allorché fu feonfitto a Parabia-(c) Annaies go da A\\o Visconte. Fece in oltre Giovanni Arcivefcovo fui Tom°lxh ^ne d'-^Pr^e Pace co i Gon^aghi-, ma fra effi Gonzaghi, e Rtr.Italie.' Majìino dalla Scala non cefsò la guerra. Ne’Mefi d’Aprile e Giugno l’efercito Veronefe condotto da Cane Scaligero Figliuo- lo di Ma/lino, venne a dare il guafto al Mantovano, con la-feiar dapertutto funefti fegni dell’odio fuo. Ed effendofi poi quelle genti ritirate nel dì 3. d’Agoffo , l’Armata de’Mantova-