Anno MCCCXIX. fignoria della lor Città al Re Roberto, Capo e Protettor de Guelfi, iperando fotto le ali fue di foftenerfi meglio in mezzo a tanti nemici. ( a ) Non era il partito per anche da Geno-(a) Mah«. va , quando arrivarono colà i Brefciani coll’ offerta iuddetta, jh0rmBrxl'v^ che fu di buon cuore accettata nel dì 28. di Gennaio, fìccome Rer'. Italie. appariice dalle Lettere d’effo Re fcritte a’Brefciani, e rapportate dal Malvezzi. Pofcia giunto Roberto ad Avignone, di colà fpedì a Brefcia per fuo Vicario Giovanni da Acquabianca nel Me-iè di Giugno. Rifentirono ben tolto i buoni influffi della loro rifoluzione i Brefciani, imperocché Roberto ordinò a i Fiorentini, Bolognefi, ed altri della Lega Guelfa di fomminiitrar loro un abbondante foccorfo. Fecesi in Bologna (b) una taglia di mille cavalieri, Ca-(k)^wvac-pitano d’effa Giberto da Correggio, che vi unì altra fua gente, ¡t 9 cap!'gg, e i fuoruiciti di Cremona, e marciò alla volta di Brefcia . Quivi col popolo Brefciano fece gran guerra a i lor fuorufciti, e quali tutte le Cartella da loro occupate ritornarono alla divozione della Città. Fece di più il Correggiefco. Alle illanze di Jacopo Cavalcabò, che feco militava co i fuorufciti Guelfi di Cremona , venne coll’ efercito, e colio fteffo Regio Vicario, per is-nidar da Cremona i Ghibellini. Era divenuta oramai quella fmunta Città il giuoco della fortuna. ( c ) Una notte del Me- (c) Chronic. fe d’Ottobre per tradimento v entrò Giberto da Correggio col-la fua Armata , la qual vi commife crudeltà ed iniquità fenza Rer. itali:. fine * uccil'e e difcacciò i Ghibellini e il prelidio ivi porto da Ca- Chronic. ne da Paffermo . Se crediamo al Corio (i), il Cavalcabò tornò R^haiìc.' ad efferne Signore ; ma le Croniche più vecchie afferifeono, che (d)€orio,iji. ne reftò padrone Giberto, il quale non vi dovette far le radici, dL MlUno' per quanto vedremo. Ma mentre il fuddetto Vicario Regio era in Cremona ( il perche non li sa ) il popolo di Brefcia corfe al Palagio della fua^ refìdenza, e diede il lacco a tutto quanto il fuo arnefe. Eleffero dipoi per Vicario un Simone Temperta oltramontano , che fu pofcia confermato dal Re Roberto, ma non fenza fuo fdegno, avendo egli digerita l’infolenza dì quel feroce popolo, per non potere di meno. Fu mandato in quell’ Anno da Papa Giovanni per Conte della Romagna (e) Aime-,, Ch rico da Creilo Lucio, gran Dottore di Legge. Quelli fabbricò cIfin.1r.T4. poi una tortiffima Rocca in Bertinoro, e un buon Cartello inRer-h*nc-Cefena. L ubbidivano i Romagnuoli in pagar le taglie, e il tributo de’Fumantij ma per sé ritennero le °Città e Terre col- G 4 lo