Anno M C C C L X. Anno di Cristo mccclx. Indizione XiiL d’ Innocenzo VI. Papa 9. di Carlo IV. Imperadore 6. PEr qualche tempo fi andò fodenendo Giovanni da Oleggio contro le forze di Bernabò Visconte, perchè dal Cardinole Ecidio Legato Apostolico fu fovvenuto di qualche foldatefca, e 1’‘accortezza fua provvedeva a molti pericoli e bifogni. Ma vedendo troppo chiaro l’impotenza fua di refiftere a sì gagliardo nemico, il quale avea anche avuto a tradimento Carteifianco e Ser-ravalle ; e non lapendo a qual partito volgerfi per tener falda la Città di Bologna, così Erettamente bloccata, ed angustiata da varie Badie: (a) cominciò a trattare col Cardinale di cedere a lui Bologna. Ne trattò ancora co’Fiorentini ; e lo rtetto Berna-càp.óf.' bò dopo aver penetrati i di lui maneggi, entrò anch’egli al mercato . Ma il pallio toccò all’ avveduto Cardinale Egidio , il quale in contracambio aiTegnò all’ Oleggio il dominio della Città di Fermo fua vita naturai durante, e ne diede il potteffo a i di lui di pendiati. (¿) Ufcì nafcofamente fuor di Bologna nella notte an- 0>) Johann. recedente al primo giorno d’Aprile Giovanni da Oleggio, fenza che il Popolo potette fargli oltraggio alcuno in vendetta delle tan- Mutincnf. te tirannie loro ufate ; e ne prelero la tenuta Blafco Gomcr^ Ni-potè del Cardinale, e Pietro da Farnefe Capitano della gente d’ Matihtzus etto Legato, con giubilo immenfo di que’Cittadini. Poco nondi-de Gnffonì-meno durò la loro allegrezza, perchè inviato dal Capitano fud-detto ordine alle milizie di Bernabò di levarli dal Contado di Bo- Tom.xvill. logna , ficcome Città della Chiefa, loro venne un ordine in con- Ke/r' Iutie" trario da etto Bernabò di continuare il blocco , e di far peggio di prima. Però feguitando per molti meli ancora le genti del Visconte a vivere in quelle contrade, e a faccheggiar tutte le Ville, incredibil danno ne feguì a que’Popoli, e Bologna più che prima fi trovò in gravi/lime angudie . Al Cardinale Albornozo mancava la portanza per fare sloggiar il nemico; pertanto ricorfe al Fe Lodovico d’Ungheria, pregandolo d’un foccorfo di fua gente al foldo della Gliela. Nè lo chiefe in vano, (c) Mandò il Re , in Italia un corpo di più di quattro, e v’ha chi dice più di fei mi- adCon*™' la arcieri a cavallo ai Cardinale, crefcendo con ciò i cani a divo- T rar le vifcere de’miferi Italiani. La gente di Bernabò fenza v0- Rtr' ltaUc' ler afpettare l’arrivo di quedi Barbari, nel dì primo di Ottobre Torno Vili. V fi ri-