Anno MCCCXVI; *9 mala nuova in corpo arrivò Uguccione a Lucca, o pure gli fù portata in quella Città, e quivi ancora avendo trovato tutto in tumulto, accreiciuto poi dalla voce di quanto era avvenuto in Pifa : determinò di mettere in falvo la vita , ritirando^ di colà col Figliuolo , e colle fue genti : roveicio eiemplare dell’ iftabil fortuna delle umane grandezze. C&ftruccio liberato dalla carcere e dal perìcolo della tefta, ( alcuni dicono per ordine dello ftef-fo Uguccione prima di fua partenza ) da lì a qualche tempo fu proclamato per un Anno Signore di Lucca : tempo baftante a chi era provveduto di mirabil ardire ed accortezza, per non dimettere più le redini di quel governo. Uguccione fe n’andò al Marche fe Spinetta Malafpina, pofcia venne a Modena ( a) nel dì 25. (a) Johann. d’ Aprile, e finalmente fi ricoverò preffo Cane dalla Scala che a riguardo del Ghibellinismo, e del credito fuo nell’ arte Tom. xv. della guerra, il fece fuo Capitan Generale. Furono biafimatiRfr- Itahc' i Pifam da molti, come ingrati ad un uomo, che dal baffo fiato, in cui fi trovavano, gli avea alzati tant’alto, e dietro era a farli più grandi. L’ ordinario meftier delle Città italiane di quefti tempi divife nelle maladette Sette de’ Ghibellini e Guelfi, era di andar macchinando, come l’una Fazione potefTe abbattere l’altra. In Brefcia ( b ) la fignoria flava in mano de’ Ghibellini, capo d’ef-(b) Mahto, fi la Famiglia de’Maggi. I Guelfi rimeiTi in quella Città rode- Cbr. Brìx. vano il freno , veggendofì da meno, e fors’ anche poco ben trai- Tom*Pxiv\ tati da gli altri. Fecero effi un fegreto trattato con Jacopo Ca- f^Uc. valcabò Marchefe, Signor di Cremona, Città Guelfa; e quefti '■ E^efct con alcune migliaia di armati nell’ultimo dì di Gennaio com-Tem.xv. parve colà , e fu ammeffo per la Porta di S. Giovanni. Nel qual Italie' tempo anche altre Schiere di Guelfi arrivarono dalla riviera del Lago di Garda , e da altri Luoghi. Il Podeftà di Brefcia Marchigiano , poftovi da i Maggi, quei fu che li tradì per quattro mila Fiorini, ed aprì la porta a i nemici. Gran combattimento feguì fra effi e i Ghibellini ; e quefti ultimi in fine fconfìtti sloggiarono, riducendofi alle Cartella d’Ifeo, Palazzuolo, Chiari, Pompiano, gli Orci, Quinzano, ed altri Luoghi, ne’quali fi fecero forti, cominciando appreffo una dura guerra contro alla lor Città, foftenuti ancora da Cane dalla Scala. Ma poco durarono le contentezze del fuddetto Marchefe Cavalcabò . I Ponzoni, gli Amati, ed altri fuorufciti di Cremona colle lor forze il tenevano corto. Giberto da Correggio Signor di Parma, gran Ca- pora-